La figlia di Renzo Rosso, Luna, denunciata per detenzione di droga
Frequentazioni non proprio edificanti, uno stato psicofisico alterato e una pochette con all’interno non il necessaire per il trucco ma ogni “ben di Dio” in fatto di droghe. Protagonista della situazione per niente edificante balzata agli occhi della polizia stradale veneziana, è stata niente meno che la figlia diciannovenne di Renzo Rosso, Luna.
A raccontare i fatti per filo e per segno è il Mattino di Padova. La vicenda risale alla sera del 28 maggio scorso, quando una pattuglia della polstrada a Quarto d’Altino segnala l’alt a una Fiat Multipla Fiat in viaggio sull’autostrada A57. A bordo ci sono due ragazze (una minorenne di 17 anni e una diciannovenne, poi risultata essere Luna Rosso, figlia di fondatore della Diesel) e due uomini veneziani di mezza età (un 44enne pregiudicato e un 56enne).
La figlia quartogenita (assieme alla gemella Asia) del patron della Diesel agli agenti appare in uno stato psicofisico alterato e, invitata ad aprire la borsetta, consegna subito agli agenti una pochette con all’interno – secondo l’articolo del Mattino – sette confezioni di polvere di sospetta ketamina, quattro pasticche di sospetta ecstasy e un involucro in cellophane con presunti cristalli di Mdma (una metanfetamina), ancora, un involucro con sospetta Lsd, tre cannule per l’inalazione di polveri e 465 euro in contanti. La ragazza è stata ovviamente denunciata per detenzione di droga e il tutto è stato messo sotto sequestro.
Le due ragazze si sarebbero difese affermando di non conoscere guidatore e passeggero dell’auto (“abbiamo solo chiesto un passaggio fino alla stazione di Mestre” si sono giustificate) e spiegando di aver trascorso il pomeriggio ad un rave-party ad Annone Veneto. La ragazza avrebbe anche ammesso che i soldi non erano tutti suoi. Sia l’amica 17enne che i due veneziani non risultano indagati.
Luna Rosso nei giorni seguenti ha anche lasciato un post molto eloquente su Facebook che sembra riferirsi alla vicenda: “Grazie per aver reso la mia vita l’inferno che non volevo. Coglione”.