Maculan sull’aggressione: “Erano in dieci, c’è stata una indifferenza angosciante”
Dopo essersi un po’ ripreso da quanto accaduto e aver presentato querela ai carabinieri per l’aggressione subita nelle prime ore di domenica alla notte bianca di Montecchio Maggiore, Alessandro Maculan, consigliere e capogruppo in consiglio comunale a Schio con la lista “Noi cittadini”, racconta quello che gli è successo.
“Erano quasi le quattro – spiega – ed eravamo seduti a un tavolo davanti al palco principale. La musica era spenta e la gente stava un po’ alla volta andandosene via. Eravamo in quattro, fra cui una ragazza. Ci stavamo mangiando un ultimo panino quando tre ragazzi più o meno della nostra età si sono avvicinati al mio amico che si trovava da solo in un angolo del tavolo. Hanno cominciato ad inveire, forse dicendo che lui aveva fatto un apprezzamento non gradito a una ragazza”.
Poi cosa è successo?
“Io mi sono avvicinato e ho cercato di pacificare la situazione. E in effetti loro si sono allontanati. Ma è durata poco perché in realtà sono tornati con i rinforzi, in quello che a me è sembrato un vero e proprio agguato: sono tornati in dieci e ci hanno presi di spalle, aggredendoci. Per fortuna la nostra amica non è stata presa di mira”.
Ma c’eravate solo voi e loro?
“Assolutamente no, c’erano ancora persone ma nessuno ha fatto niente. Noi ci siamo rivolti al servizio d’ordine della festa. Tre addetti della security ne hanno bloccato uno ma era una furia, è riuscito a divincolarsi dalla loro presa in un attimo. I ragazzi del servizio d’ordine ci ha detto di stare lì un attimo per vedere se la situazione si calmava. Dico la verità, avevamo paura anche a tornare alla nostra auto. Tre volte in tutto sono tornati a caricarci. Hanno scaraventato a terra sia me che il mio amico, accanendosi su di noi. Il terzo mio amico per fortuna era un po’ pià da parte. Io mi son preso questo pugno in faccia, son riuscito a proteggermi con le braccia, sennò non so come andava a finire: quello che mi ha preso di mira era un ragazzotto da 120 chili. Siamo stati noi stessi a chiamare subito al telefono le forze dell’ordine che perlatro erano lì in giro e quindi sono arrivate subito, sia una pattuglia dei carabinieri che una della polizia locale”.
E poi cosa è successo?
“Loro si sono dileguati. Le persone che erano lì hanno dato indicazioni alle forze dell’ordine circa la direzione in cui erano andati e le indicazioni per riconoscerli. E in effetti due di loro li hanno trovati seduti, incuranti di quello che avevano causato, su un marciapiede che si bevevano l’ennesima birra. Le forze dell’ordine ci hanno chiesto di identificarli. Ieri abbiamo passato la mattina al pronto soccorso e stamattina io e il mio amico siamo andati dai carabinieri di Schio a sporgere querela”.
Come va adesso?
“Ho preso una botta sulla schiena e ho una ferita al labbro. Per fortuna dagli accertamenti fatti in ospedale, compresa la tac, non son risultate fratture o traumi interni. Anche il mio amico ha uno zigomo gonfio e il collare, ma per fortuna niente di rotto. Ci è andata bene, poteva andare molto peggio. E’ stato angosciante”.
La polizia locale dice che son quattro ragazzi dell’est Europa che vivono a Lonigo….
“A noi hanno detto che sono tre romeni e un albanese. Io non voglio assolutamente farne una questione di razza. Anzi, devo dire che i miei amici di altre nazionalità son stati i primi a darmi solidarietà. La mia riflessione è un’altra”.
Cioè?
“Ci ha angosciato il fatto di esserci sentiti isolati in quel frangente. L’indifferenza. Nessuno, fra la gente che c’è lì in quel momento, si è messo in mezzo per porre fine a quello che stava accadendo o chiamando i carabinieri. Chi delinque è garantito e chi è in difficoltà finisce in ulteriore difficoltà. Abbiamo scelto di non lasciar correre sporgere denuncia proprio per questo: la colpa è nostra che non riusciamo ad imporre il nostro sistema di regole. E ciascuno, egoisticamente, pensa solo a sé”.