Sostenibilità, ambiente, economia: 5 anni per migliorare il futuro dell’area pedemontana
C’è anche la fascia pedemontana vicentina, con i comuni di Valdagno, Schio, Thiene e Bassano del Grappa, nelle undici aree di sviluppo urbano sostenibile a cui va riservato almeno l’8% delle risorse del programma FESR Veneto 2021-2027.
Una zona in cui per il futuro si programma un sostegno specifico per affrontare le sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali. “L’obbiettivo è quello di sostenere strategie di sviluppo territoriale in modo da favorire la transizione verso un’economia climaticamente neutra, incoraggiare l’utilizzo delle tecnologie digitali a fini di innovazione e, più in generale, sostenere lo sviluppo di aree urbane funzionali”, sottolinea Federico Caner, assessore regionale veneto all’Agricoltura e ai Fondi Eu.
Il provvedimento che include l’area pedemontana rientra nel documento approvato in giunta regionale a giugno, che amplia il numero delle candidature potenzialmente ammissibili, a seguito dell’avviso pubblico per la manifestazione di interesse del dicembre 2021.
“Passa da nove a undici il numero delle aree urbane del Veneto ammesse alla fase di elaborazione, in co-progettazione con la Regione, delle rispettive strategie di sviluppo urbano sostenibile, a cui va riservato almeno l’8% delle risorse del Programma FESR Veneto 2021-2027 – evidenzia Caner -. Nella programmazione 2021-2027 è previsto infatti il sostegno specifico a determinate categorie di territori affinché possano affrontare le sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali – prosegue Caner -. L’obbiettivo è quello di sostenere strategie di sviluppo territoriale in modo da favorire la transizione verso un’economia climaticamente neutra, incoraggiare l’utilizzo delle tecnologie digitali a fini di innovazione e, più in generale, sostenere lo sviluppo di aree urbane funzionali”.
Le aree urbane eleggibili e le relative strategie di sviluppo urbano sostenibile, vengono definite coerentemente con i regolamenti e le indicazioni europee e nazionali, gli strumenti di pianificazione regionale esistenti e in particolare il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (Ptrc).
La sfida per ciascuna area urbana sarà quella di costruire la propria strategia attraverso il coinvolgimento dei soggetti rilevanti del territorio, definendo progetti e azioni integrate che vadano oltre il singolo perimetro comunale, per intraprendere percorsi virtuosi volti ad un complessivo miglioramento dei servizi alla popolazione, nonché di sostenibilità, vitalità e attrattività dei territori urbani.
Le 11 manifestazioni di interesse presentate coprono in maniera ampia le principali agglomerazioni urbane del Veneto, riguardando i sette capoluoghi di provincia con le rispettive aree funzionali, che comprendono centri quali Feltre, Villafranca di Verona e San Giovanni Lupatoto, Abano Terme, Selvazzano Dentro, Albignasego e Vigonza, Mira, Mirano, Spinea e Chioggia, e Paese e Villorba, Adria; inoltre, 4 manifestazioni di interesse riguardano l’ampia fascia pedemontana dall’alto vicentino fino all’alto veneziano, con il coinvolgimento dei principali centri dell’alta pianura veneta (Valdagno, Schio, Thiene, Bassano del Grappa, Castelfranco Veneto, Montebelluna, Conegliano, Vittorio Veneto e San Donà). Complessivamente, nelle candidature presentate sono coinvolti 124 Comuni (oltre un quinto del totale veneto) con più di 2,5 milioni di abitanti della Regione che rappresentano oltre la metà della popolazione veneta.
“Questa copertura territoriale, istituzionale e demografica rappresenta un valore aggiunto delle candidature presentate – conclude l’assessore veneto -, testimoniando sia l’elevata risposta e il coinvolgimento territoriale conseguiti con l’avviso, sia la volontà e l’intenzione da parte delle realtà urbane di perseguire obiettivi concreti di intervento nei principali ambiti di Strategie di sviluppo urbano sostenibile, come definite nei Programmi regionali FESR ed FSE+, nonché di cooperazione istituzionale e amministrativa, che costituiscono il presupposto essenziale per una corretta programmazione e attuazione delle strategie anche nel prossimo quinquennio”.