Superstrada Pedemontana, la Regione firma. Ma per Confindustria “mancano tutele ai fornitori”
“Finalmente siamo arrivati all’atto decisivo sulla Pedemontana Veneta, attendiamo l’accelerazione dei lavori. Ma mancano le tutele dei fornitori”. Confindustria Vicenza interviene, non senza una sottolineatura critica, sulla sottoscrizione della convenzione per la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta. La Regione Veneto nei giorni scorsi ha infatti firmato l’accordo definitivo che dovrebbe sbloccare l’opera.
“Vogliamo vedere quei cantieri correre, vogliamo rispettare il cronoprogramma che ci siamo dati e la data del 2020 per la conclusione dell’opera, vogliamo che i risarcimenti per gli espropri siano effettuati senza ritardi”. Lo ha detto il governatore veneto Luca Zaia nei giorni scorsi dopo la firma del contratto tra la Regione e la concessionaria Sis. La Regione è “direttamente responsabile dell’opera solo dall’inizio del 2017”, ha affrontato con assoluta determinazione ogni aspetto di questa eredità, ponendo rimedio al grande problema derivante dalla sovrastima dei flussi di traffico (si prevedevano in origine 33 mila veicoli), che di fatto aveva compromesso l’operazione nel suo complesso: “Non esiste in Italia un’autorità che certifichi i flussi di traffico – ha evidenziato – ma tutti i soggetti che si sono occupati di questa previsione si sentono di garantire che nel 2021 si può realisticamente attendere il passaggio di 27 mila veicoli, togliendo le esenzioni e abbattendo il costo dei pedaggi del 23% per le auto e del 16% dei camion”. “Una soluzione doveva essere trovata e noi lo abbiamo fatto – ha concluso il presidente –, nell’interesse dei veneti, riuscendo a scongiurare l’ipotesi di introduzione dell’addizionale Irpef che avevamo preso in considerazione grazie allo spacchettamento in due tranche, una di 140 milioni nel 2018 e una di 160 milioni nel 2019, del mutuo trentennale che la Regione ha stipulato con la Cassa Depositi e Prestiti lo scorso 19 maggio”.
Per Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega al territorio, è necessario che ora si acceleri sui lavori. “Avevamo chiesto tempi rapidi per la sottoscrizione della convenzione con Sis e finalmente siamo arrivati all’atto decisivo, ci aspettiamo ora che si raggiungano entro poche settimane i ritmi di proseguimento dei lavori prospettati dal Governatore, ovvero arrivare ad un valore di 40-50 milioni al mese. Come abbiamo sempre ribadito – continua Marangoni -, la priorità numero uno è completare l’opera e rendere operativa questa arteria vitale per imprese e cittadini della nostra regione, magari riuscendo ad anticipare i tempi di apertura di alcuni tratti, ancorché parziali. Penso al collegamento tra Breganze e Bassano il cui traffico nella situazione attuale, senza Pedemontana, rappresenta davvero un calvario”. Ma oltre alla soddisfazione per lo sblocco ufficiale dell’opera, il vicepresidente degli industriali vicentini denuncia una profonda preoccupazione per quanto riguarda la mancanza, nella convenzione, di tutele in favore dei fornitori del general contractor, ovvero del Consorzio Sis. “Assieme a Confindustria Veneto e Ance Veneto abbiamo chiesto con forza che venisse inserita nel nuovo contratto l’estensione delle giuste e sacrosante tutele che spettano agli espropriati, anche ai subappaltatori e ai fornitori del concessionario. E mi riferisco al rispetto dei tempi di pagamento, alle eventuali sanzioni in caso di inadempimento e alla vigilanza da parte della Regione. Queste richieste – sottolinea Marangoni – non vanno a difendere un privilegio, ma a mettere una pezza ad una situazione drammatica che si è sviluppata in questi anni. Le aziende, in particolare quelle medio-piccole del territorio, non possono permettersi di lavorare per Sis con tempi di pagamento così dilazionati e senza nessuna certezza, sostenendo, de facto, in proprio, i costi dei lavori. Ne va della sopravvivenza delle aziende stesse. Anzi, in alcuni casi possiamo anche utilizzare il passato perché alcune imprese, anche per questi motivi, hanno chiuso”. Quanto sopra è stato segnalato dal presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi al governatore Zaia e all’assessore regionale Elisa De Berti in una lettera. “Nella convenzione – insiste Marangoni – manca ogni menzione dei fornitori del general contractor, ma anche la disciplina di tutela dei subappaltatori ci lascia perplessi, in quanto non aggiunge, ma addirittura riduce, efficacia alla disciplina già prevista dalle norme di legge. Addirittura, nel nuovo Atto convenzionale non c’è alcun meccanismo di vigilanza regionale e tanto meno di sanzione a carico del concessionario, per le ulteriori esposizioni debitorie del Consorzio Sis correlate agli ulteriori lavori, ammontanti a oltre un miliardo di euro, che non sono coperti dal contributo in conto costruzione. È evidente la preoccupazione per le aziende subappaltatrici e fornitrici che saranno ulteriormente impegnate nei cantieri e che in questi anni hanno già pesantemente sofferto i ritardi nei pagamenti di quanto loro dovuto, finendo per concorrere al finanziamento della Spv. Senza un nuovo intervento da parte della Regione si rischia di esporre le imprese subappaltatrici e fornitrici a pesanti rischi di liquidità, con ripercussioni negative sulla loro esistenza, sui loro livelli occupazionali e sull’economia dell’intero territorio. Siamo certi che la Regione non abbia alcun interesse affinché questo avvenga e per questo ribadiamo l’impegno di Confindustria Vicenza a confrontarsi con le strutture competenti della Regione affinché si possa trovare una soluzione ragionevole ed equilibrata”.