Esplorare il Vicentino – Cima Larici e Cima Portule sull’Altopiano dei 7 comuni
Se Cima XII è il monte più alto dell’Altopiano di Asiago, il Portule è senz’altro l’elevazione più imponente per mole e per questo ben merita la dicitura di “Re dell’Altopiano”; dirimpetto alla sua banconata rocciosa si alza Cima Larici, dalla quale si ammira l’estetica cresta che precipita sulla Valsugana e che congiunge i monti più elevati della zona.
La salita a Cima Portule costituisce uno degli itinerari più belli dell’intero Altopiano di Asiago: punto ideale di partenza è il Rifugio Larici da Alessio che si raggiunge risalendo la Val d’Assa per poi deviare verso la Val Renzola. Dopo alcuni tornanti si giunge a una conca panoramica a più di 1600m di quota dove sono adagiati i rifugi Val Formica e Larici.
Dal Rifugio Larici si prende il sentiero 825 che con dolci pendenze, tra spiazzi erbosi e tratti di bosco, porta a Bocchetta Larici, un’insellatura posta sulla cresta di confine tra il territorio trentino e quello vicentino. Già da qui si nota, dall’altra parte della Valsugana, la Catena del Lagorai.
Per salire a Cima Larici ora basta seguire il sentiero che si inerpica a destra e guadagna il cocuzzolo panoramico dal quale l’occhio è subito catturato dall’ampio massiccio di Cima Portule. Poco dietro seguono i profili del Monte Gomion (o Trentin) e di Cima XII (o Ferozzo).
Questa prima salita è facilmente affrontabile anche d’inverno con l’attrezzatura adeguata e sicuramente la vista del Portule ammantato di neve regala uno scenario ancora più affascinante.
Lasciata la cima, si prosegue lungo la cresta superando alcuni sali e scendi che fanno capo al Monte Erba, per poi calare verso Porta Renzola. È qui che si notano ancora evidenti i segni di un incendio divampato qualche anno fa e che ha lasciato come monito una distesa di pini mughi carbonizzati.
A separare l’escursionista dalla vetta del Portule ora è solo il ripido pendio roccioso, che si risale stando nei pressi della linea di cresta. Superata la salita, la croce di vetta sarà lì ad attendere sulla dorsale spesso battuta dal vento, a 2308m. Il panorama spazia tutt’intorno, dalle Piccole Dolomiti, al Lagorai, alle Dolomiti di Brenta.
Se d’estate questa salita è piuttosto banale, d’inverno riserva invece alcune difficoltà maggiori legate soprattutto alle condizioni del manto nevoso e alla possibilità di distacco valanghe. Se le condizioni lo consentono, si può salire con picca e ramponi oppure con gli sci, infatti questo versante è un classico dello scialpinismo locale.
Per proseguire si segue l’intera dorsale della cima con il sentiero 826 che conduce fino a Bocchetta di Portule, sede di postazioni di artiglieria durante la Grande Guerra.
Da qui, una lunga mulattiera di guerra in leggera discesa riporta verso la Val Renzola fino a Malga Larici, a due passi dal rifugio stesso.