Montagna d’inverno, come muoversi per scongiurare il peggio?
Di fronte alle tragedie occorse in montagna negli ultimi giorni, con ben due persone che hanno perso la vita tra il Monte Pasubio ed il Carega, viene spontaneo chiedersi: si poteva evitare? Sono morti che fanno sempre rabbia, perché arrivano in un contesto, come quello montano, dove la gente si reca per cercare la vita, la libertà, la rigenerazione. Non certo la morte.
D’altro canto bisogna rendersi conto che la montagna non è un contesto adatto a tutti, specialmente d’inverno, con la neve ed il ghiaccio. Ormai al giorno d’oggi siamo invasi quotidianamente da foto e contenuti di amici o conoscenti che sorridono felici in montagna, tra la neve e le vette delle nostre meravigliose Piccole Dolomiti. Questo però non deve far calare l’attenzione quando ci si va, perché le conseguenze possono essere letali. L’esperienza o l’inesperienza possono fare la differenza per chi non è tanto pratico della montagna.
Inesperienza dunque o sfortuna la causa di queste tragedie? Proviamo a ragionare assieme a chi in montagna ci va per professione, oltre che passione. Parliamo con Davide Deganello, collaboratore del nostro giornale online nonché accompagnatore di media montagna del Collegio Guide Alpine Veneto.
Davide, a prescindere da questi due ultimi fatti di cronaca, quanto è importante avere esperienza per andare in montagna d’inverno?
In inverno la montagna cambia “maschera”. Anche il più banale ed escursionistico dei sentieri (che in estate si affronta facilmente) d’inverno può trasformarsi in un itinerario prettamente alpinistico per molti fattori. Se nevica molto i sentieri che corrono in cengie o che attraversano pendii, anche se solitamente larghi e comodi, d’inverno possono completamente sparire e diventare un tutt’uno col pendio della montagna. Per non parlare di quando piove sopra la neve fresca, alla prima notte serena questa diventa dura come il marmo, basta inciampare nel posto sbagliato per scivolare decine o centinaia di metri. Per non parlare poi del pericolo valanghe! Bisogna prendere atto che si deve essere pronti a qualsiasi evenienza, perchè chi solitamente frequenta la montagna solo nella bella stagione molte volte non si pone il problema di tutte queste pericolose variabili.
Cosa uccide di più, inesperienza o sfortuna?
Sarebbe interessante fare una ricerca, una statistica per vedere effettivamente i numeri. Ma sono convinto che gli incidenti da sfortuna e fatalità siano ben inferiori a quelli da inesperienza. Son proprio questi ultimi che dobbiamo cercare di limitare il più possibile perchè si può!
Che abbigliamento e attrezzature bisogna usare per affrontare neve, ghiaccio e freddo?
Sicuramente un abbigliamento pesante, adeguato a temperature sotto lo zero. Non devono mai mancare bevande calde, guanti, berretto, calzettoni grossi e scarponi. Se si va a camminare in zone aperte e pianeggianti dentro allo zaino non dovrebbero mai mancare i ramponcini, veloci da infilare ai piedi in caso di lastre di ghiaccio. Per chi invece si avventura in percorsi poco battuti in prossimità di pendii l’attrezzatura d’alpinismo direi che è d’obbligo: ramponi (non ramponcini) e piccozza. Per canali e forti pendenze ovviamente servono anche corda e imbrago. C’è da dire che non serve avere l’attrezzatura adeguata se poi non si è fatto un corso e quindi non la si sa usare correttamente. Molte volte si vedono persone che scambiano ramponi e ramponcini come se il loro utilizzo fosse lo stesso, questo è un gravissimo errore che è già costata la vita a più di qualcuno.
In caso di emergenza o di infortunio, quali sono le prime azioni da mettere in atto per scongiurare il peggio?
In caso di incidente o di impossibilità a muoversi sicuramente chiamare i soccorsi (118) che telefonicamente daranno tutte le dritte del caso. Se non si è soli, cercare di coprire l’infortunato il più possibile, con indumenti o con una coperta isotermica (metallina), solitamente la si trova all’interno del kit di pronto soccorso. Questo non dovrebbe mai mancare dentro allo zaino.
Cosa ti senti di consigliare, da professionista della montagna, a chi ci va in questo particolare periodo dell’anno?
Cercare di non avventurarsi in percorsi non adatti alle proprie capacità. Di valutare sempre con attenzione situazione, manto nevoso e previsioni meteo, con l’aiuto di bollettini valanghe e previsioni provinciali/regionali. Anche una telefonata al rifugista può aiutare per capire la situazione in quota. Se non si è preparati ad usare attrezzatura alpinistica o affrontare percorsi alpinistici fare un corso, CAI o meglio ancora con guida alpina.