Esplorare il Vicentino – Pasubio: Val di Prigioni e i Campanili
Un ambiente solitario e selvaggio, fatto di valli profonde, creste panoramiche e pinnacoli di roccia imponenti: è ciò che si incontra in un piccolo angolo di Pasubio poco distante dal Passo Pian delle Fugazze e ai piedi del Soglio dell’Incudine. Un’itinerario impervio ma che sa trasmettere l’emozione dell’esplorazione, passando per la tetra Val di Prigioni, serrata tra alte pareti rocciose, e solcando vecchi sentieri di guerra che risalgono a più di cento anni fa, sulla cresta del Monte Dietro il Gasta, dei Campanili e della Cima di Cherle.
Il percorso ad anello inizia dal Ponte del Diavolo, alle porte della Val di Prigioni. Il ponte si raggiunge dal Passo Pian delle Fugazze scendendo verso la Vallarsa; superate due brevi gallerie si incontrerà subito dopo il profondo solco vallivo lungo il quale si salirà. Si può posteggiare l’auto subito dopo in uno dei vari spazi lungo strada.
Dal Ponte del Diavolo si costeggia la recinzione della cava che qui si trova, dopo di che seguendo gli ometti di sassi ci si addentra per la Val di Prigioni vera e propria: inizialmente ci si deve districare nella vegetazione che cresce lungo il torrente, si passa una briglia e in poco tempo il verde lascerà spazio al grigio della roccia. Qui, nel greto del torrente tra grandi massi e con alte pareti ai lati, ci si sente davvero piccoli e affascinati dalla grandezza e dalla bellezza di questo luogo.
Giunti a un apparente muro di sassi che sbarra la via, si scorge una scritta con la vernice rossa che indica “Lomo” a sinistra. Da qui infatti si deve seguire l’erta Valle di Lomo che tra ghiaioni e arbusti conduce al Passo di Lomo come indicato nelle cartine. Molto probabilmente questi toponimi prendono il nome da una caratteristica guglia posta nei pressi del passo, dalla forma simile a una testa umana e denominata L’Omo. Per osservarla occorre però prendere una breve deviazione per il sentiero 135 che qui si incrocia, in salita e in direzione della Sella del Cosmagnon.
Nel frattempo probabilmente chi avrà salito queste valli non avrà trovato anima viva se non i principi di queste montagne ovvero i camosci. Ora, per continuare lungo la vecchia mulattiera di guerra che dal Passo di Lomo scende verso Piano di Vallarsa occorre tenere la sinistra, dove si possono notare già da subito alcuni vecchi segni rossi.
Si compiono alcuni tornanti in salita per raggiungere una forcella, da qui poi ci si cala in un ampio vallone, inizialmente per ripida traccia e poi per numerosi tornanti dove ancora si individua l’antica struttura eretta un secolo fa. Scendendo si nota alla propria destra l’ampia parete della Cima di Cherle, che si apprezzerà meglio poi più in basso con il suo bello ed elegante spigolo.
Il sentiero ora corre in costa quasi pianeggiante: da un lato una spettacolare vista sul Cornetto e il Carega, dall’altro una selva di guglie e pinnacoli denominati I Campanili. Da qui è facile lasciarsi ammaliare da ciò che la natura riesce a creare con la forza dell’acqua, della neve, del vento… In basso si scorge la Val di Prigioni per dove si è saliti, poco più in là si trova la Val di Fieno con il Dos La Baisse.
Prima che inizi l’ultima discesa, dove il sentiero inizia ad allargarsi e a farsi tortuoso, si può eventualmente salire alla cima del Monte Dietro il Gasta, che regala un panorama molto ampio fino alle Dolomiti di Brenta, all’Adamello e alla Presanella. Dopo aver appagato gli occhi si può scendere per i facili tornanti che si dirigono verso il Maso Perucca e infine alle porte di Piano di Vallarsa sulla strada principale della valle. Si ritorna a ritroso lungo la strada fino all’auto.