Arianna, una delle quattro vite spezzate nell’inferno della Valdastico Sud
Insieme ai suoi sogni di adolescente e di atleta sono finiti in cenere la racchetta e palline da tennis che teneva nel bagagliaio. Quei legittimi desideri di giovane ragazza che, probabilmente, aspirava a diventare una campionessa dello sport che le faceva davvero vibrare il cuore. E che aveva spinto lei e papà Luciano a interrompere un giorno di scuola e di lavoro per affrontare, a Schio, un torneo femminile. Ma non le loro vite. Si sono infranti su un tratto di autostrada spesso deserto, ieri tramutatosi nel peggiore degli inferni, i sogni e i desideri di Arianna, una giovane e bella studentessa di Noventa, una delle vittime del terribile rogo lungo la Valdastico Sud. Quattro i morti in due diversi ma tragicamente concatenati incidenti.
Arianna Rossetto, 16 anni, nel suo profilo si autodescriveva per immagini nella casella “in breve”, con due emblematiche emoticon: una racchetta da tennis e un cuore brillante. Un amore grande, una passione genuina legati da questi due simboli per lei fondamentali. Spazzati via da un camion che non ha frenato quando avrebbe dovuto, ieri a mezzogiorno, nella carreggiata nord dell’A31 tra Albettone e Longare. L’impatto, lo sbalzo, il rogo. L’inferno. Che ha strappato alla mamma Anna una figlia splendida e un marito premuroso, il cui dolore potrà essere lenito solo dagli abbracci dall’altro figlio Nicola, tennista anche lui.
Padre e figlia erano attesi per le 13 al Tennis Club Schio, dove nel primo pomeriggio la promessa del circolo di Noventa avrebbe dovuto giocare una partita del Torneo Open Andritz. La sua avversaria era pronta in campo, per la fase di riscaldamento. Non sono mai arrivati a destinazione e, anzi, all’orario prefissato per il match, Arianna era già morta. Sarà ricordata con un minuto di silenzio, assicurano gli organizzatori attraverso la pagina ufficiale, increduli alla terrificante notizia delle vite spezzate, nel corso delle premiazioni. A inizio maggio Arianna si era distinta da juniores in un torneo giovanile a Padova giungendo ai quarti di finale.
Studentessa al terzo anno del liceo delle scienze umane all’istituto Masotto di Noventa Vicentina, Arianna Rossetto era nata nel 2001. Il padre Luciano, che spesso l’accompagnava e l’applaudiva dalle tribune, confortandola quando le partite di tennis non andavano per il meglio, lavorava alla Komatsu di Este come responsabile del controllo qualità. Una volta usciti dalla propria abitazione di Noventa, avevano oltrepassato il casello omonimo alla volta dell’Alto Vicentino. Pochi i chilometri percorsi, poi la coda di auto per un incidente in autostrada su un tratto di solito tutt’altro che trafficato, magari qualche sospiro per il rischio di tardare all’appuntamento speciale di un martedì come tanti, infine lo schianto alle loro spalle e la trappola di fuoco letale. L’appuntamento, imprevedibile e ingiusto, era con il loro tragico destino.