Due giovani capriole rimangono incastrate nell’inferriata. Salvate e liberate dai forestali
“Capriole di gioia” dopo la liberazione di due giovani esemplari di femmine di capriolo, salvati dopo che avevano tentato maldestramente di aggirare una cancellata attraversando le sbarre in ferro, rimanendo incastrati. E’ accaduto la scorso week end a Costozza, sui Colli Berici, fino a quando un passante ha notato la scena e, preoccupato per la sorte dei due animali feriti, ha allertato i carabinieri forestali di Vicenza.
La recinzione che delimita un terreno privato nel territorio del comune di Longare rischiava di diventare una trappola mortale per le due femmine selvatiche, probabilmente in fuga da qualche pericolo oppure semplicemente alla ricerca di cibo oltre i confini del loro consueto habitat. Una volta giunti sul posto, i militari della forestale si sono resi conto della gravità della situazione, richiedendo il supporto del personale di polizia provinciale. La “task force” allestita per il salvataggio è riuscita in breve tempo a estrarre i due caprioli, con grande cautela e attenzione a non impaurirli ulteriormente, per poi immobilizzarli e avviarli al Centro Recupero Animali Selvatici di Villabalzana (Arcugnano).
Lì sono stati adeguatamente curati e, una volta rimessi in buone condizioni di salute, liberati in un’area protetta per la fase di convalescenza. Si confida nel futuro prossimo di poter riconsegnare la coppia alla natura, lasciandoli una volta del tutto ristabiliti a ridosso dei boschi sui Colli Berici. Una gioia indescrivibile, per i loro salvatori, vederli scattare verso gli alberi e i cespugli che costituiscono la loro nuova casa dopo i soccorsi riusciti.
“Il capriolo è un animale estremamente timido e schivo – informano i carabinieri forestali attraverso una nota a margine della notizia – e, spesso, il contatto con l’uomo può essere fatale proprio per lo shock da paura che questo causa. Nel corso di escursioni e gite, se si ritrovano esemplari apparentemente abbandonati, non bisogna mai avvicinarsi nè toccarli”.