Montegaldella, la marcia silenziosa in memoria di Marianna e contro la violenza di genere
Montegaldella, le sue istituzioni e la cittadinanza, si stringono nel ricordo di Marianna Sandonà, la 43enne uccisa a coltellate dall’ex compagno Luigi Segnini l’8 giugno scorso. E lo fanno in una lunga marcia silenziosa, che questo pomeriggio ha percorso le strade della frazione di Montegalda, in provincia di Vicenza. Circa 150 le persone presenti, cittadini comuni che hanno voluto far sentire la loro presenza e l’affetto nei confronti del padre della donna, Marino.
Insieme ai cittadini presenti, e con il sindaco di Montegalda Andrea Nardin, anche sindaci e assessori dei comuni confinanti, oltre all’assessore alla famiglia del Comune di Vicenza Silvia Maino. Alla marcia hanno aderito l’associazione Donna chiama Donna, che gestisce il Centro Antiviolenza del capoluogo berico, l’associazione italiana Donne medico e il MoiCa (movimento delle casalinghe).
Tutti i partecipanti indossavano un oggetto rosso: scarpe, sciarpe, magliette, borse a ricordare il tanto sangue versato finora per “amori malati”. Dall’inizio dell’anno in Italia sono state 27 le donne uccise da mariti, compagni, ex conviventi.
Dopo la marcia nel quartiere, partita dal Parco Robinson, hanno preso la parola l’amministrazione comunale e la presidente di Donna chiama Donna Maria Zatti che ha ribadito il “No” al femminicidio, no al disegno di legge Pillon, sì alle denunce, si alla solidarietà e alla rete che accolga e aiuti le donne in difficoltà e i loro figli. “Ho sentito parlare di raptus omicida sulla stampa”, ha detto Zatti, “ma la verità è che non esistono raptus, esistono uomini violenti. Marianna purtroppo non aveva denunciato, ma molte donne lo fanno e lo devono fare. Marianna aveva paura, ma quante donne non saranno credute quando raccontano dei primi segnali di violenza? La paura va sempre ascoltata”.
Andrea Fasulo