Dal rifiuto del ricovero alle reticenze dei contagiati: così è nato il focolaio del Basso Vicentino
Una nuova ordinanza più restrittiva, perché l’epidemia da nuovo Coronavirus sta tornando a farsi sentire in Veneto ed è meglio “stanarla” prima che si propaghi. Ad annunciare nuovi provvedimenti è il presidente della Regione Luca Zaia, che oggi da Marghera ha lanciato l’allarme. “Sta accadendo quello che vi avevo preannunciato – ha detto ai giornalisti presenti – perché siamo passati da un rischio basso a un rischio elevato. Oggi in Veneto abbiamo un Rt di 1,63 mentre una settimana fa eravamo a 0,43“. L’Rt, come noto, è il tasso di contagiosità del Covid-19, ossia il numero medio di persone infettate da ciascun positivo.
A preoccupare sono in primis i due focolai accertati, uno che ha come centro lo store Eurobrico di Feltre nel bellunese (partito la scorsa settimana con due casi di positività fra i dipendenti e poi allargatosi ad altre quattro persone fra familiari ed amici) e l’altro nel Basso Vicentino, in questo caso collegato ad un contagio nell’Est Europa da parte di un manager della Laserjet srl di Pojana Maggiore: quattro contagiati, un ricoverato e oltre cinquanta in isolamento.
Ed è proprio quanto avvenuto nel Basso Vicentino a far infuriare Zaia, che ha parlato di persone “che sanno di essere contagiose ma se ne vanno in giro, rifiutano ricoveri e tamponi, vanno a feste e funerali, omettono di dire in quanti erano in auto; ci sono contatti stretti di positivi che si lamentano perché non vogliono l’isolamento. Morale: siamo al rischio elevato”.
Oggi nell’Ulss 8 Berica, dopo la notizia dei 52 in isolamento di ieri, non si son registrati nuovi contagi e tutti e 52 al momento sono negativi. Lo afferma in una nota la stessa azienda socio-sanitaria. Il direttore generale Giovanni Pavesi ha però comunicato un allargamento del monitoraggio su persone che potenzialmente potrebbero essere state esposte al virus: «Chiunque avesse avuto contatti con i soggetti coinvolti nel focolaio è invitato a rivolgersi immediatamente al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della nostra azienda per valutare l’effettiva possibilità di contagio e se opportuno fissare l’esame del tampone». Il numero da chiamare è quello del call center del nucleo operativo Covid-Sisp dell’Ulss vicentina, che risponde al 339-8742091 tutti i giorni dalle 9 alle 12.
Il caso che si è sviluppato a partire da un viaggio in Serbia e Bosnia di un dirigente della LasrJet Srl di Cagnano di Pojana Maggiore conta oggi 5 i positivi, dei quali 3 nell’Ulss 8 Berica, uno nell’Ulss 6 Euganea e uno nell’Ulss 8 Scaligera. Oltre alle 52 persone in isolamento fiduciari nel vicentino, ce ne sono 37 nel veronese. Ed è stato lo stesso Zaia a ricostruire come si è creato il focolaio. L’uomo ha raccontato di essere tornato il 25 giugno da una trasferta di lavoro in Serbia insieme ad altre due persone e quello stesso giorno ha iniziato ad avere i sintomi tipici legati al virus: febbre a 38 gradi, malessere generale, inappetenza, artralgie diffuse. Il 26 e 27 giugno ha avuto diversi contatti in ambito lavorativo ed extra lavorativo, come una festa privata, partecipazione ad un funerale, la frequentazione del paese di Sossano. Il 28 giugno si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Noventa Vicentina, dove è stato eseguito il tampone, risultato positivo. È stato quindi trasferito a Vicenza dove gli è stato proposto il ricovero, che ha rifiutato. “Questo è un vulnus – sottolinea Zaia -: capisco che sei padrone della tua vita, ma se metti a repentaglio quella degli altri, il ricovero deve essere coatto”.
Il 1° luglio, dopo tre giorni di insistenti contatti telefonici con il Sisp e il sindaco di Sossano, il 64enne accetta finalmente il ricovero: “attualmente si trova in terapia intensiva” spiega il governatore che racconta anche come l’uomo abbia fornito una lista di contatti avuti tra il 23 e il 28 giugno e la sera del 30 giugno, quindi anche quando già sapeva di essere positivo. “Attraverso il Numero Verde Regionale sono arrivate poi al Sisp numerose segnalazioni di persone che hanno poi dichiarato di aver avuto contatti con lui, non indicate nella sua lista”.
Il 30 giugno e il 1 luglio viene stata segnalata la positività del collega che era in viaggio con lui e di un secondo contatto, residente nell’Ulss 9 Scaligera: “Siamo di fronte a una positività rilevata a sette giorni di distanza dal contatto col caso zero” spiega Zaia (ora tutti i contatti di questi due soggetti sarebbero comunque tracciati). Il terzo caso, era la quarta persona in viaggio, di cui non era stata dichiarata la presenza in auto. “Non si può non incazzarsi” commenta Zaia. Il quarto caso, invece, è una donna che si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia, nel padovano, il 29 giugno, risultata positiva al tampone e che ha dichiarato contatti col caso zero. “L’Ulss Euganea riferisce che la ricostruzione della rete della signora è resa difficoltosa per la negazione di alcuni dati riguardanti contatti e lavoro”.
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Pubblicato da Luca Zaia su Venerdì 3 luglio 2020
“Se restiamo senza mascherina a fare gli assembramenti – ha tuonato il governatore – e pensiamo che i complottisti abbiano ragione, stiamo preparando la culla per il neonato. Perché quando tornerà il virus sarà forte e qui non ce ne sarà più per nessuno. Se continuiamo di questo passo non domandatevi neanche più se il virus torna in ottobre, perché è già qui. Ora il caldo probabilmente ci dà una mano ma con le prime brezze autunnali.”. Va detto che comunque, al momento, complessivamente l’epidemia resta sotto controllo: nell’ultima settimana i nuovi contagi son stati 31, in leggero aumento rispetto a quella precedente.