Violentata dopo esser stata venduta da un amico per 200 euro. Incubo per una 49enne
Un uomo paga un conoscente per assicurarsi l’intimità con una donna che, una volta venuta a conoscenza dell’accordo, si ribella e viene costretta a subire rapporti sessuali. Una notte d’incubo iniziata con una bevuta nei locali del Bassovicentino quella trascorsa da una 49enne della zona, riuscita a chiedere aiuto ai carabinieri dopo aver subito atti sessuali non consensuali, “venduta” da un amico – S.A. le sue iniziali, un albanese di 33 anni – per 200 euro. Per quest’ultimo è scattata la denuncia in stato di libertà con ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione, mentre per il violentatore (G.B. di 48 anni) si è potuto procedere all’arresto in flagranza.
I due uomini sotto indagini risiedono a Noventa Vicentina, luogo dove si è concretizzato l’abuso nella notte tra il 16 e il 17 luglio, la donna vittima delle prevaricazioni vive in un comune del Basso Vicentino. Proprio lei, con il coraggio della disperazione, è riuscita a comporre il numero 112 approfittando di un attimo di distrazione del suo aguzzino, il più giovane dei due. Nel frattempo il più anziano se ne era andato, parrebbe ancor prima che si concretizzasse la violenza. Questo ha permesso ai militari di raggiungere l’abitazione in una manciata di minuti, fare irruzione e raccogliere riscontri oggettivi del reato appena perpetrato e quindi far scattare le manette ai polsi del presunto autore della violenza.
Proprio nella stessa dimora, il 48enne è tornato a distanza solo il mattino seguente, dopo aver trascorso la notte nella stazione locale dei “CC”. Il giudice informato dell’episodio di cronaca nera ha convalidato l’arresto, disponendo la misura di custodia ai domiciliari con l’obbligo di firma. I due cittadini di nazionalità straniera – da da lungo tempo residenti nel Vicentino – avrebbero negato ogni addebito, di avviso opposto i carabinieri che hanno proceduto con l’arresto in flagranza.
Sullo sfondo della vicenda, come specificato nella nota alla stampa, l’uso smodato di alcolici e sostanze illecite (marijuana) nel corso della serata di baldoria. La vittima era stata accompagnata presso il pronto soccorso di Noventa Vicentina per sottoporsi al protocollo sanitario previsto nei casi di stupro, rientrando poi presso il proprio domicilio.