Buona la prima in Europa: accordo trovato sui ‘top jobs’, ma l’Italia dice ‘No’

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Via libera del Consiglio europeo ai ‘top jobs’, i ruoli di vertice dell’Unione, con l’Italia che si mette di traverso, con un’astensione e due no. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è stata riconfermata dal Consiglio europeo per un secondo mandato alla presidenza. Antonio Costa sarà il nuovo presidente del Consiglio Ue e Kaja Kallas l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione.

Von der Leyen per essere riconfermata deve però attendere il voto della Plenaria di Strasburgo previsto entro luglio. A questo voto sono legate anche le sorti di Kaja Kallas, mentre per l’ex premier portoghese Costa che succederà a Charles Michel alla guida del Consiglio europeo, non occorre la ratifica della Plenaria.

Le prime parole di Kallas. “Sono onorata del sostegno del Consiglio europeo, – ha detto la premier estone – questa è un’enorme responsabilità in questo momento di tensioni geopolitiche. La guerra in Europa, la crescente instabilità nel nostro vicinato e a livello globale sono le principali sfide per la politica estera europea”. “Il mio obiettivo – aggiunge Kallas – sarà quello di lavorare per raggiungere l’unità dell’Ue, proteggere gli interessi e i valori dell’Ue nel mutato contesto geopolitico e costruire partenariati globali”.

Le dichiarazioni di Costa. “Dal primo dicembre, come presidente del Consiglio europeo, mi impegnerò pienamente a promuovere l’unità tra i 27 Stati membri e mi concentrerò sull’attuazione dell’agenda Strategica, che il Vertice Ue che guiderà l’Unione europea nei prossimi cinque anni anni”. “È con un grande senso di missione – ha poi aggiunto l’ex premier portoghese – che assumerò la responsabilità di essere il prossimo presidente del Consiglio europeo”.

La premier Giorgia Meloni ha spiegato i motivi dei ‘no’. “Non sostengo e non ho sostenuto questa proposta (delle nomine) come avevo annunciato in Parlamento. Lo considero un grande errore e una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini europei e del voto espresso da quei cittadini e quindi ho ritenuto di rispettare l’indicazione dei cittadini non sostenendo questa proposta”. “Il ruolo dell’Italia non è accodarsi. Così nessuno si accorgerà di noi”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Insomma in vista del voto di luglio la vera partita a scacchi sembra iniziare adesso con Italia ed Ungheria contrariate dalle modalità delle nomine, mentre gli altri leader europei si sono espressi in maniera da rassicurare la Meloni.

Donald Tusk: “Nessuno rispetta la premier Giorgia Meloni e l’Italia più di me”. Per il premier polacco “c’è stata un’incomprensione. Qualche volte servono piattaforme politiche per semplificare il processo. La posizione comune dei tre grandi gruppi nel Consiglio europeo, in cui abbiamo completato i negoziati, è solo per facilitare il processo. La decisione spetta a Meloni e agli altri leader durante la riunione del Consiglio europeo”.

Scholz: “In Ue tutti i 27 sono ugualmente importanti”. Il cancelliere tedesco sull’accordo raggiunto tra Ppe, S&D e Renew ha detto: “la chiara speranza è, ovviamente, che possano contare su una maggioranza in Parlamento”. L’intesa “raggiunta tra queste tre famiglie di partiti è solo una posizione, ne discuteremo attentamente ed equamente con i nostri buoni amici in Europa”.

Rutte: “Meloni non è esclusa, Roma sia ben rappresentata”. Giorgia Meloni “non è esclusa” dalle nomine Ue e “dobbiamo garantire che l’Italia si senta ben rappresentata nella nuova Commissione europea e non solo”, ha commentato il premier olandese.

Anche il premier greco Mitsotakis ha assicurato: “Non è un processo per escludere, non è mai stata nostra intenzione escludere nessuno o offendere qualcuno. Personalmente ho molto rispetto per Giorgia Meloni, la prima ministra italiana. L’Italia è un Paese molto importante nell’Ue e sono sicuro che affronteremo tutti questi problemi e preoccupazioni nelle discussioni che avremo”.