Caos in Corea del Sud: il presidente Yoon Suk-yeol impone la legge marziale, poi il dietrofront
Ore di grandissima tensione in Corea del Sud che di colpo è sembrata ripiombare negli anni della dittatura. Il presidente Yoon Suk-yeol, in un inatteso discorso alla nazione, ha imposto nella tarda serata di ieri la legge marziale d’emergenza, accusando il Parlamento, controllato dalle opposizioni, di simpatizzare con il Nord comunista e di paralizzare volutamente l’azione del governo.
Dopo poche ore è arrivato il dietrofront. Tutte le forze politiche presenti in Parlamento hanno votato compatte il ‘no’ alla legge marziale adottata dal presidente Yoon Suk Yeol. L’Assemblea nazionale, in sessione plenaria, ha approvato una risoluzione che ne richiede l’abolizione. Hanno votato a favore tutti i 190 deputati presenti, di cui 172 sono esponenti dell’opposizione e 18 del Partito del potere popolare di Han Dong-hoon. Lo stesso Yoon, ha annunciato che, in seguito al voto contrario del Parlamento, la legge marziale da lui stesso decretata sarà revocata. Il governo ha quindi ritirato il personale militare che era stato dispiegato e il governo coreano ha approvato la revoca della legge marziale.
Governo compatto contro la legge marziale. A dispetto di mesi di scontri, da ultimo quello aspro sul budget per il 2025, maggioranza e opposizione si sono ricompattate contro la svolta autoritaria. Il leader del People Power Party Han Dong-hoon, lo stesso del presidente Yoon, ha definito la mossa decisamente “sbagliata” . Il capo dell’opposizione Lee Jae-myung, che ha perso di misura contro Yoon alle elezioni del 2022, ha etichettato l’annuncio della legge marziale come “illegale e incostituzionale”, affermando anche che “Yoon Suk-yeol non è più il presidente della Corea del Sud”.
Gioia dei manifestanti sudcoreani in piazza che hanno festeggiato il dietrofront. Alla notizia infatti, migliaia di persone si sono riversate per le strade di Seul e hanno subito manifestato intorno all’Assemblea nazionale, resistendo con scontri all’ingresso delle truppe. Dopo il ritiro della legge marziale, anche i militari si sono ritirati.
Quanto accaduto è uno shock per un Paese riemerso a fatica dagli anni bui e sanguinosi della dittatura militare. Sono passati 45 anni da quando, nel 1979, in Corea del Sud venne dichiarata la legge marziale. Accadde dopo la morte del presidente Park Chung-hee ( a sua volta salito al potere con un golpe), assassinato dal suo amico Kim Jae-gyu presidente del National Intelligence Service. Il ritorno alla democrazia solo nel 1988 con la celebrazione dei Giochi Olimpici estivi di Seul. Da lì in poi la Corea ha saputo ridisegnare la sua storia ed è riuscita ad imporre il ‘soft power’ del suo dinamico modello democratico al mondo con l’irresistibile K-pop (in vetta alla Billboard), ma anche con le sue produzioni cinematografiche con film da Oscar come ‘Parasite’ e da ultimo con il Nobel 2024 per la Letteratura assegnato alla scrittrice Han Kang.