Caos in Venezuela dopo la riconferma di Maduro, Tajani: “perplesso sulla regolarità del voto”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Dopo il voto che ha riconfermato alla Presidenza Nicolas Maduro è caos in Venezuela, dove è scoppiata la protesta per presunti brogli elettorali. La leader dell’opposizione, Maria Corina Machado è certa: “Abbiamo raccolto più del 73% dei voti, e il nostro presidente eletto è Edmundo Gonzalez”. Il bilancio dei disordini al momento è di due morti e decine di arresti ordinati da Maduro che alla vigilia del voto, aveva paventato un bagno di sangue in caso di sconfitta.

La repressione di Maduro. La procura nazionale ha annunciato il divieto delle proteste e in un comunicato afferma che le persone arrestate possono incorrere tra gli altri nel delitto di “incitamento all’odio”, con una pena fino a 20 anni di prigione. Espulsi gli ambasciatori di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay. Il ministro degli Esteri Yván Gil, dal suo profilo X, ha accusato queste nazioni di “interferenza”.

Washington esprime “dubbi” sul risultato emerso dalle urne. Lo ha fatto per bocca del segretario di Stato Antony Blinken in una dichiarazione proprio mentre Maduro festeggiava la sua riconferma al grido “i fascisti non passeranno” e ringraziando il suo mentore, il comandante Hugo Chavez. Qualche ora prima, mentre si attendevano i risultati definitivi, la vicepresidente Usa Kamala Harris aveva richiamato al “rispetto della volontà dei venezuelani”. Un appello stridente con le immagini delle milizie motorizzate chaviste sguinzagliate per le strade della città per seminare paura tra i sostenitori dell’opposizione, che ha visto un crescendo di contestazioni internazionali.

La comunità internazionale non ci sta. La rielezione di Maduro convince solo i Paesi alleati del socialismo bolivariano: Nicaragua, Cuba, Iran, Russia, Cina e Honduras. Reazioni negative sono invece arrivate dal presidente cileno progressista, Gabriel Boric, mentre il Perù di Dina Boluarte ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Caracas. Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Uruguay, Perù e Repubblica Dominicana, in un comunicato congiunto, hanno chiesto il “riconteggio dei voti alla presenza di osservatori elettorali indipendenti”. L’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, ha chiesto “piena trasparenza”, idem le Nazioni Unite, in una dichiarazione su cui l’Ungheria come prevedibile, ha messo il veto.

Dall’Italia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani si è detto “perplesso sulla regolarità del voto”. “Ho espresso dalle prime ore di oggi perplessità sul risultato elettorale: chiediamo trasparenza e ci auguriamo che i risultati annunciati siano corrispondenti alla volontà del popolo, ma molti dubbi ci sono per come si è votato”, ha dichiarato il vicepremier e leader di Forza Italia.