Caos migranti: tensione Italia – Francia. Salvini chiede le scuse di Parigi
Ancora rapporti tesissimi tra Francia e Italia in merito al caso della nave Aquarius, che ieri sera alle 21 ha lasciato la posizione nel Mediterraneo nella quale si trovava da due giorni facendo rotta per Valencia, dove dovrebbe giungere in 4 giorni.
Dopo le accuse di irresponsabilità e cinismo rivolte al nostro Governo da parte di Parigi e del Presidente Emmanuel Macron, il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha convocato questa mattina alla Farnesina l’ambasciatore transalpino Christian Masset. “Se i francesi avranno l’umiltà di chiedere scusa, amici come prima. E se l’Europa c’è parli ora o taccia per sempre. Non possiamo accogliere tutti noi” ha dichiarato il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, rispondendo alle accuse francesi.
Salvini difende la decisione della chiusura dei porti alle navi che trasportano migranti e torna a sostenere che in merito alla nave Aquarius un risultato importante per tutti gli italiani è stato portato a casa.
“Ringrazio la Spagna e ringrazio il buon cuore del presidente Sanchez. Mi auguro e spero che eserciti la sua generosità anche nelle prossime settimane, avendo spazio per farlo”, ha detto Salvini, stamani nella sua informativa al Senato, ricordando che l’Italia accoglie 170mila migranti e la Spagna 16mila. A tal proposito il vicepremier ha anche sottolineato il fatto che i francesi fanno i fenomeni, ma hanno respinto più di 10mila persone alle frontiere con l’Italia, tra cui moltissime donne e bambini.
“Non abbiamo niente da imparare da nessuno in termini di solidarietà. La nostra storia non merita di essere apostrofata in questi termini da esponenti del Governo francese. Non voglio che bambini vengano messi su un gommone e muoiano nel Mediterraneo, perchè qualcuno li illude che in Italia c’è lavoro e casa per tutti. Sono stufo” ha aggiunto Salvini.
Il ministro dell’Interno, riferendo dei vari colloqui avuti con i colleghi di altri Paesi europei, ha poi reso noto che sulla questione migranti l’Italia non è isolata e anzi non è mai stata così centrale e ascoltata.