Caso Ucraina, Zelensky: “l’Ucraina è rimasta sola”. Draghi punta il dito contro la Bielorussia
La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina assume contorni sempre più drammatici. Nel secondo giorno di combattimenti le sirene su Kiev hanno iniziato a risuonare all’alba e i cittadini sono stati invitati a trovare riparo nei rifugi antiaerei. Nella notte, diversi lanci di missili sulla capitale ucraina: alcuni frammenti sono finiti sugli edifici provocando incendi e feriti. Due insegnanti sono stati uccisi da un bombardamento su una scuola a Gorlovka, nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.
Il presidente ucraino Zelensky sottolinea come le sanzioni decise dall’Occidente non siano sufficienti a fermare Putin e in un nuovo discorso ha detto: “l’Ucraina è rimasta sola, il mondo guarda cosa sta accadendo qui da lontano”. Zelensky invita a tenere duro e guarda al futuro. “La Russia dovrà parlare con noi prima o poi per mettere fine alle ostilità e fermare questa invasione – ha detto -. Prima inizia questo dialogo, minori saranno le perdite per la Russia”. Quindi ha invocato una “coalizione contro la guerra” e si è rivolto al gruppo dei Nove di Bucarest chiedendo aiuti militari e ulteriori sanzioni contro la Russia. I Nove di Bucarest (il nome è dalla città della riunione nel 2015) sono Bulgaria, Ungheria, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Sul fronte sanzioni, la presidente della Commissione Ue Ursula Von de Leyen ha dichiarato: “Colpiremo il 70% del mercato finanziario russo. Putin deve fallire e fallirà”. Il pacchetto di sanzioni, prevede misure in sei ambiti: finanziario, energetico e dei trasporti, commercio di beni a duplice uso, la politica dei visti e le nuove sanzioni individuali. No invece all’estromissione della Russia dal circuito di pagamenti Swift e non verrà toccato neppure il settore delle forniture di gas. Ancora troppo forte la dipendenza dell’Europa dal gas russo.
Per questo e per altri motivi, le sanzioni dell’Occidente rischiano di essere inefficaci. Soprattutto contro l’alleanza che si sta profilando tra Russia e Cina. Secondo i media ufficiali cinesi, Mosca è ben preparata alle sanzioni occidentali: ha importanti riserve energetiche, petrolio e gas in primis, e può compensare una serie di sanzioni, per esempio sui metodi di pagamento, grazie alla cooperazione con la Cina.
Oggi c’è stata anche l’informativa del premier Draghi sulla situazione in Ucraina. “Zelensky -ha dichiarato il premier – ha affermato la determinazione del popolo ucraino a resistere e a rompere qualsiasi contatto con la Russia, il cui obiettivo è demilitarizzare totalmente l’Ucraina”. Draghi, che ha riconosciuto anche il coinvolgimento della Bielorussia nell’invasione, ha parlato dell’ultimo drammatico colloquio con il presidente Zelensky che secondo diverse fonti, insieme alla sua famiglia è il prossimo obiettivo di Putin. Il premier ha poi illustrato i numeri delle forze italiane impegnate a difesa della Nato e tutte le nuove sanzioni adottate dal Consiglio Europeo e programmate in un secondo pacchetto.
La preoccupazione di Draghi è legata soprattutto agli inevitabili impatti sull’economia italiana, derivanti dall’estremo fabbisogno di import in particolare proprio dalla Russia.