Cessate il fuoco a Gaza, ok di Hamas alla proposta Usa. Ma Netanyahu frena: “Tregua a tempo, poi discuteremo”
Hamas apre, Israele frena. La proposta statunitense su un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza anima i negoziati tra le parti in guerra. In mattinata il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha fatto sapere che il Movimento Islamico di Resistenza ha accettato positivamente il piano di tregua avanzato da Joe Biden. Un piano definito però “parziale” e “non accurato” dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha affermato di ”non essere d’accordo con la fine della guerra” nella Striscia. Intervenendo davanti ai membri del comitato per gli affari esteri e la sicurezza della Knesset, Netanyahu ha quindi sottolineato che ‘‘la guerra verrà fermata allo scopo di restituire gli ostaggi e poi discuteremo”.
Dura la presa di posizione dell’ultranazionalista ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir che, minacciando ancora di lasciare il governo di unità nazionale, ha dichiarato: “Qualsiasi piano deve comportare il rovesciamento di Hamas”. E’ tornato invece ad insistere sulla necessità che Israele accetti l’accordo, il leader dell’opposizione, Yair Lapid che ha offerto al governo di Netanyahu “una rete di sicurezza politica” per portare a termine l’intesa. Secondo quanto riporta il Times of Israel Lapid ha sottolineato che i due ministri Ben Gvir e Smotrich, contrari all’intesa e che hanno minacciato di far cadere il governo nel caso Netanyahu accetti, “non possono impedire” agli ostaggi di tornare a casa.
La prima fase dell’intesa statunitense dovrebbe prevedere la sospensione delle ostilità per sei settimane, la liberazione di alcuni ostaggi e la scarcerazione di un primo gruppo di detenuti palestinesi. I punti critici, ovvero lo stop totale dei combattimenti e il ritiro delle Idf da Gaza, sono stati inseriti nella seconda fase e dovrebbero essere attuati attraverso nuovi negoziati.