Chiuso il G7 del Lavoro a Torino, con l’impegno di non lasciare ‘nessuno indietro’
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Dopo tre giorni difficili a Torino per le numerose proteste, il vertice dei ministri del Lavoro del G7 a Venaria si è chiuso con un impegno “concordato” ad “adottare un approccio inclusivo al mercato del lavoro, con particolare attenzione alle fasce più deboli della nostre società, per assicurare che nessuno sia lasciato indietro“.
Nel testo conclusivo dal titolo “Per un migliore futuro del lavoro, percorsi per agire” si legge infatti: “I nostri mercati del lavoro stanno vivendo grandi trasformazioni guidate dalla globalizzazione, dall’automazione dalla digitalizzazione, dai cambiamenti demografici ed alla migrazione internazionale. Consapevoli che molti dei nostri cittadini sono preoccupati per l’impatto di queste trasformazioni sul loro reddito, sulla sicurezza dei posti di lavoro e sulle loro opportunità di impiego abbiamo concordato di adottare un approccio inclusivo al mercato del lavoro con particolare attenzione ai più deboli per assicurare che nessuno sia lasciato solo” .
Il documento abbraccia anche il tema dei giovani: “In considerazione della preoccupazione ampiamente diffusa sull’alta disoccupazione giovanile in alcuni dei nostri paesi rafforzeremo i nostri impegni per fornire ai giovani le competenze appropriate e per adottare politiche efficaci a sostenere la transizione dalla scuola al lavoro”. “Forniremo ai nostri lavoratori – continuano i 7 Grandi – un supporto adeguato per adattare le competenze professionali e misure per migliorare la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro”.
E c’è spazio anche alle politiche per la famiglia: “conciliare vita professionale e familiare, rafforzando i servizi di assistenza e promuovendo politiche familiari”.
I paesi del G7 hanno inoltre deciso di proseguire con il dialogo anche dopo la due giorni di Torino: “Abbiamo deciso di lanciare – il Forum G7 del lavoro del futuro, una piattaforma per condividere le nostre strategie, scambiare buone pratiche ed esperienze. Il forum sarà gestito dall’Ocse, in collaborazione con l’Oil e coinvolgerà i responsabili politici le parti sociali, gli analisti dell’innovazione e altri attori”.
Soddisfatto dell’esito del summit Giuliano Poletti: “Abbiamo cercato – sottolinea il ministro del lavoro- di costruire l’idea che per affrontare i grandi cambiamenti che abbiamo di fronte, dall’innovazione alle nuove tecnologie ed alla digitalizzazione, non può bastare l’impegno di una parte, bisogna far interagire soggetti diversi”.
Tornando poi sulle proteste e sui cortei di questi giorni, composti in particolare da giovani ha detto: “Hanno delle ragioni per sollevare problemi: la disoccupazione giovanile è troppo alta. E dobbiamo agire per ridurla. Noi abbiamo ottenuto dei risultati che non sono ancora sufficienti: interverremo ancora nella legge di bilancio”.