Compleanno amaro per Donald Trump: indagato per ostruzione alla giustizia
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Compleanno amaro per il presidente americano Donald Trump che ieri ha spento 71 candeline e in regalo ha ricevuto la notizia di essere indagato per ostruzione alla giustizia dal procuratore speciale che segue il caso Russiagate, Robert Mueller. Lo scoop è del Washington Post. “Il procuratore speciale che sovrintende l’inchiesta sul ruolo della Russia nelle elezioni del 2016 interrogherà alti dirigenti dell’intelligence per capire se Donald Trump abbia tentato di ostruire la giustizia”, scrive il quotidiano americano. Secondo cinque fonti ben informate, si tratterebbe del capo della National intelligence Daniel Coats, del direttore della Nsa Mike Rogers e del suo ex vice Richard Ledgett che avrebbero concordato di essere sentiti nei prossimi giorni.
Coats, Rogers e Ledgett dunque appariranno volontariamente ma non è chiaro se descriveranno completamente le loro conversazioni con Trump o se il presidente userà il suo privilegio esecutivo per mantenerle segrete.
L’ipotesi di ostruzione alla giustizia si è profilata dopo che il tycoon ha licenziato a sorpresa l’allora capo dell’Fbi James Comey, che indagava sul Russiagate. La posizione dell’inquilino della Casa Bianca, si è poi ulteriormente aggravata dopo la deposizione al Senato dello stesso Comey, che ha accusato Trump di avergli fatto pressioni per far cadere l’indagine sul suo ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn. Il presidente a sua volta, ha contestato questa versione, definendo Comey un bugiardo, oltre che una “gola profonda”, e si è detto pronto a testimoniare sotto giuramento.
Inoltre sempre secondo le ricostruzioni di stampa, il presidente, avrebbe telefonato a Coats e a Rogers chiedendo di negare pubblicamente l’esistenza di qualsiasi prova di collusione tra la sua campagna e i russi. Coats inoltre avrebbe riferito ad alcuni suoi collaboratori che Trump gli aveva chiesto di intervenire su Comey per lasciare la presa su Flynn.
Nella loro audizione pubblica al Senato entrambi i capi dell’intelligence hanno però negato di aver mai subito pressioni da Trump, tuttavia hanno anche precisato di non voler svelare il contenuto delle conversazioni col presidente. Quanto a Ledgett, avrebbe scritto il memo interno dell’Nsa che documenta la telefonata del presidente a Rogers. Il procuratore speciale intanto ha già acquisito i memo di Comey sui suoi colloqui con il tycoon.
Intanto sulle indiscrezioni del Washington Post è arrivata a stretto giro la replica piccata di Marko Corallo, portavoce dell’avvocato Marc Kasowitz, il legale che difende Donald Trump nel Russiagate. “La fuga di notizie dell’Fbi riguardante il presidente è scandalosa, ingiustificabile e illegale”.