Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, Meloni: l’Italia farà la sua parte
E’ in corso a Roma la conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina.
Dal palco della plenaria, le parole di Giorgia Meloni: “Parlare della ricostruzione dell’Ucraina significa scommettere sulla vittoria e la fine del conflitto, e sono sicura che il futuro dell’Ucraina sarà di pace, benessere e sempre più europeo”, ha detto il Presidente del Consiglio, che poi ha aggiunto: “Il futuro dell’Ucraina deve essere di sempre maggiore capacità di inserirsi nelle dinamiche e nelle istituzioni europee. Il modo più intelligente di ringraziare gli ucraini di quello che stanno facendo è accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europee. Bisogna riconoscere gli sforzi enormi di Kiev, anche durante la guerra, per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. E’ fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Unione Europea”.
In video-collegamento anche il presidente ucraino Zelensky che ha detto: “Siamo tutti insieme nel nostro desiderio di libertà, di sicurezza, e benessere per i nostri genitori, i nostri figli, le nostre città. Di questo vi propongo di parlare”, ha aggiunto il leader, “di cosa fare cioè per dare più libertà e sicurezza ai nostri bambini e le nostre città”. Poi parole anche per il governo italiano: “Ringrazio tutti voi e personalmente la signora Meloni per il suo sostegno”.
Ringraziamento che era già arrivato anche dal ministro degli esteri russo Kuleba: “L’interesse dimostrato dalle imprese italiane è la notizia migliore che potessimo ricevere atterrando a Roma. Ringrazio le istituzioni e le aziende per essere al fianco dell’Ucraina e per un impegno di lunga durata. I contatti tra i nostri governi sono più dinamici che mai”. Poi ha anche aggiunto un pensiero sulla ricostruzione ed il rilancio del paese: “Si può già pensare ad approfondire un progetto imprenditoriale, così quando la guerra finirà sarete pronti. Vi invito a considerare anche progetti sociali e umanitari, sostenere la gente che ha sofferto di più”.