Conflitto russo-ucraino, Witkoff da Putin. Trump: “La Russia si deve muovere”


Trump ‘impaziente’ con Mosca. Di fronte alle reticenze di Mosca il tycoon ha affermato che “la Russia si deve muovere”, mentre secondo il portale Axios, il rappresentante del presidente Usa ha consegnato al capo del Cremlino un ultimatum: se non accetterà di porre fine ai combattimenti entro la fine di aprile, non solo non potrà sperare nella revoca delle sanzioni, ma dovrà subirne altre ancora più pesanti.
Trattative riaperte tra Usa e Ucraina sui minerali. Secondo il New York una delegazione ucraina sarebbe a Washington per una nuova tranche di negoziati. Si tratta del primo incontro in presenza , a livello tecnico, da quando la Casa Bianca ha presentato la sua nuova proposta rivista, e dovrebbe durare due giorni. “Troppe persone stanno morendo, migliaia a settimana in una guerra terribile e senza senso”, ha scritto Trump sul suo social Truth.
Dal forum di Antalya Sybiha avverte: “La nostra adesione alla Nato resti in agenda”. “L’adesione dell’Ucraina alla Nato non deve essere fuori dall’agenda”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha dalla Turchia. Nessun Paese terzo può bloccare la nostra aspirazione per diventare membri di alleanze a cui vogliamo fare parte”, ha aggiunto Sybiha, citando le “aspirazioni euroatlantiche” di Kiev. “Dal modo in cui finirà la guerra in Ucraina dipende il futuro della sicurezza in Europa”, ha aggiunto Sybiha.
Inviato Usa Kellogg: “L’Ucraina potrebbe essere divisa come Berlino”. Il generale, figura di spicco dei negoziati statunitensi per porre fine alla guerra, ha suggerito che le truppe britanniche e francesi potrebbero istituire zone di controllo nell’ovest del Paese come parte di una “forza di rassicurazione”, con l’esercito russo nell’est occupato, proprio come Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tra di esse ci sarebbero le forze ucraine e una zona smilitarizzata.
Ursula von der Leyen: “bisogna essere forti per mantenere la pace”. La guerra in Ucraina, il piano riarmo dell’Ue ribattezzato “Readiness 2030”, i dazi di Donald Trump e il rapporto di Giorgia Meloni con il presidente Usa sono i punti salienti dell’intervista della presidente della Commissione al Corriere della Sera. “L’Europa è sempre stata un progetto di pace e sarà sempre un progetto di pace. Ma bisogna essere forti per mantenere la pace”, ha dichiarato la von der Leyen, che poi porta ad esempio l’Ucraina: “era un Paese sostanzialmente smilitarizzato, aveva rinunciato alle armi nucleari a metà degli anni ‘90, con la garanzia di essere sempre protetta, tra l’altro, anche da Mosca. Oggi vediamo il risultato. La Russia l’ha invasa”.
Usa e dazi: “Bene il rapporto diretto con Trump della Meloni “. La posizione della presidente è orientata al negoziato, “ma -dice- difenderemo i nostri interessi”. “Diversificare i nostri mercati è altrettanto importante che rafforzare la nostra competitività”. Poi sul tema dei dazi e del rapporto di Meloni con Trump ha detto: “Conosco Giorgia Meloni come leader forte e appassionata, con un ruolo molto importante a livello europeo, ed è positivo che abbia un rapporto diretto. Più legami ci sono tra le due sponde dell’Atlantico, meglio è”, ha commentato von der Leyen.