Cop26, accordo raggiunto: fine alla deforestazione entro il 2030 ma Cina e India frenano
Con un investimento di oltre 19, 2 miliardi di dollari i leader mondiali si impegnano a porre fine alla deforestazione entro il 2030. E’ questo l’accordo siglato alla Cop26 di Glasgow. La dichiarazione sarà adottata da oltre 100 Paesi che hanno l’85% delle foreste mondiali, fra cui il Brasile e il Congo. Oltre 1,4 miliardi di euro per aiutare le popolazioni indigene e le comunità locali a proteggere gli ambienti naturali in cui vivono a difesa della biodiversità delle foreste tropicali. Questo l’impegno che sarà annunciato oggi al vertice di Glasgow da parte di diversi Paesi insieme a 17 istituzioni private. Tra i Paesi che hanno aderito all’accordo figurano – oltre a Brasile, Cina, e Russia – anche Stati Uniti, Canada e Repubblica Democratica del Congo. Tra i firmatari della “Dichiarazione di Glasgow su foreste e terra” anche il presidente brasiliano Bolsonaro, quello cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin. Secondo gli ambientalisti invece non è una misura sufficiente.
Per il premier britannico Johnson l’iniziativa è fondamentale per limitare il riscaldamento climatico a +1,5 gradi e dichiara: “Questi grandi ecosistemi brulicanti, queste cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro pianeta”. Secondo la presidenza britannica per questo progetto saranno impegnati 8,75 miliardi di sterline (circa 10,30 miliardi di euro) di fondi pubblici. Saranno inoltre mobilitati 5,3 miliardi di sterline di investimenti privati, di cui un miliardo sarà dedicato alla protezione del bacino del Congo, che ospita la seconda foresta tropicale più grande del mondo.
Intanto la Cina ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per allentare la crisi energetica. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, il massimo organo cinese impegnato nella pianificazione economica, ha infatti reso noto che la produzione media giornaliera di carbone da parte di Pechino è salita a oltre 11,5 milioni di tonnellate dalla metà di ottobre, con un aumento di 1,1 milioni di tonnellate rispetto alla fine di settembre. La Cina critica inoltre gli Usa per l’inquinamento del passato: “Le sue emissioni storiche sono 8 volte quella della Cina”. E’ soprattutto poi il premier indiano Modì a gelare il forum: “L’India raggiungerà l’obiettivo delle emissioni zero nel 2070“.
Parteciperà alla seconda giornata del vertice sul clima COP26 anche il primo ministro giapponese Fumio Kishida; è il suo primo viaggio ufficiale dopo la vittoria elettorale del partito domenica scorsa. “Voglio trasmettere al mondo la ferma determinazione del Giappone a esercitare la sua leadership verso le emissioni zero in Asia”,ha dichiarato Kishida. La terza economia mondiale mantiene una forte dipendenza dal carbone ed è il 6° Paese al mondo a emettere più Co2 dietro a Cina, Usa, India, Russia e Ue.