Cop26, Obama: “Il tempo sta scadendo. L’accordo di Parigi va migliorato”
Seconda e ultima settimana di lavori a Glasgow per la Cop26. Oggi è stata la giornata dell’ex presidente americano Barack Obama: “Il tempo sta scadendo: abbiamo fatto significativi progressi dall’accordo di Parigi ma dobbiamo fare di più, sia collettivamente che individualmente. L’accordo di Parigi va continuamente aggiornato e migliorato. E’ un decennio decisivo per evitare il disastro climatico“, ha detto Obama ricordando che i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e sostenendo che la lotta alla crisi climatica dovrebbe trascendere la normale geopolitica. A suo avviso, la riduzione dell’uso del metano è la singola soluzione più veloce ed efficace.
Obama ha espresso fiducia sul fatto che l’amministrazione Biden alla fine otterrà il suo pacchetto climatico da 555 miliardi di dollari attraverso il Congresso, nonostante i progressi bloccati dalla prcedente amministrazione Trump, e sottolinea: “Sono un ‘island kid. Come probabilmente tutti voi sanno, sono stato plasmato dalla mia esperienza di persona cresciuta alle Hawaii e mentre ero presidente sono stato orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto con i Paesi insulari, i più vulnerabili al cambiamento climatico. L’allarme dei piccoli stati isolani, minaccia in prima fila dal surriscaldamento della Terra, è un po’ come quello un tempo nelle miniere di carbone dai canarini per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti”.
L’ex presidente statunitense si è detto rammaricato per l’assenza di Russia e Cina alla conferenza. ” Per la lotta ai cambiamenti climatici abbiamo bisogno di Russia, Cina e India, non possiamo lasciare in panchina nessuno. E’ stato molto scoraggiante vedere i leader di due dei maggiori Paesi emettitori, Cina e Russia, rifiutarsi persino di partecipare ai lavori, i loro piani nazionali riflettono quella che appare una pericolosa mancanza di urgenza. Tutti noi abbiamo un ruolo da giocare, tutti noi abbiamo lavoro da fare, tutti noi dobbiamo fare sacrifici, ma chi di noi vive in Paesi grandi e ricchi, chi contribuisce a far precipitare il problema, ha un onere aggiuntivo, che è quello di garantire che collaboriamo e che aiutiamo e assistiamo coloro che sono meno responsabili e meno in grado ma più vulnerabili a questa crisi imminente”.
Le nuove generazioni: “Il cambiamento climatico è una fonte di vera ansia e vero pericolo per i giovani. Due anni fa Greta Thunberg ha ispirato migliaia di giovani per la lotta al cambiamento climatico, ora il mondo è pieno di Grete. Votate come se la vostra vita dipendesse da questo, perché è così e la verità è che non avremo piani per il clima più ambiziosi da parte dei governi a meno che i governi non sentiranno la pressione degli elettori”, ha ribadito Obama sottolineando: “Voglio che rimaniate arrabbiati, ma canalizzate questa rabbia, spingete sempre di più, questa è una maratona non uno sprint. Le proteste sono necessarie, le campagne con gli hashtag possono far crescere la coscienza, ma per costruire coalizioni più ampie bisogna raggiungere anche chi non è ancora convinto. E per persuadere queste persone – ha aggiunto -non si può più solo urlare o twittare contro, o creare problemi bloccando il traffico, dobbiamo ascoltare le obiezioni e la riluttanza della gente comune, comprendere la loro realtà e lavorare con loro in modo che azioni serie sul clima non abbiamo un impatto negativo su di loro”.
Secondo uno studio di McKinsey & Company se si superano 1,5 gradi di riscaldamento dai livelli pre-industriali, nel prossimo decennio quasi metà della popolazione mondiale sarà esposta al rischio di ondate di calore, siccità, inondazioni o carenza d’acqua, contro il 43% a rischio oggi. Secondo il rapporto in questo scenario le zone sottoposte ad ondate di calore potrebbero registrare temperature che renderebbero impossibile lavorare all’esterno nel 25% delle ore lavorative di un anno. Quattrocento milioni di persone che vivono sulle coste di mari e fiumi rischierebbero inondazioni costiere, con morti e ingenti danni materiali.