Dazi, Trump attacca tutti. Nel mirino del Tycoon anche l’Europa
Donald Trump non arretra un centimetro e prosegue nella sua guerra sui dazi, avvertendo anche che “presto” annuncerà quelli contro l’Ue. Inoltre, nelle prossime ore discuterà della questione con Canada e Messico. In un post su Truth il presidente americano ha anche attaccato di nuovo il Wall Street Journal e gli hedge fund che sono contrari ai dazi che ha deciso di imporre. “Queste persone o entità sono controllate dalla Cina o da altre compagnie straniere e locali”, ha aggiunto Trump. Intanto però i mercati sono scossi: male le Borse asiatiche, avvio pesante per quelle europee, dollaro in forte rialzo.
In Messico. Dopo l’imposizione di dazi del 25% al Messico da parte degli Usa, il Ministero delle Finanze del Paese latinoamericano ha convocato gli investitori a una teleconferenza. Intanto il ministro dell’Economia del Paese latino-americano Marcelo Ebrard, ha risposto alle affermazioni di Trump su presunti accordi con i cartelli della droga: “Accusare il governo messicano di essere alleato del narcotraffico è, oltre che un insulto al nostro Paese, un pretesto per distrarre l’opinione pubblica degli Stati Uniti dal tremendo errore di imporre tariffe doganali dirompenti al Messico e alle aziende nordamericane qui stabilite. Una zappata sui piedi”, ha scritto su X. Ebrard aveva già espresso il suo rifiuto ai dazi imposti sabato, affermando di essere d’accordo con le dichiarazioni dell’economista ed ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Lawrence Summers, il quale ha affermato che “le azioni contro Messico e Canada da parte dell’amministrazione Trump sono inspiegabili e pericolose”.
Dura la risposta dell’Unione Europea. Dopo i moniti dalla cornice di Davos, Ursula von der Leyen cambia tono e dichiara: se il presidente americano non farà marcia indietro, la ritorsione a misure “ingiuste e arbitrarie” sarà “ferma”. Anche a costo di mettere a rischio uno dei rapporti commerciali “più importanti” al mondo. Controdazi sul made in Usa, nuove intese con altre potenze globali e taglio delle dipendenze strategiche sono le armi nella fondina di Bruxelles se la dottrina del dialogo dovesse rivelarsi fallimentare. Nelle prossime ore ci sarà il vertice informale dei leader dei Ventisette a Bruxelles. Sul tavolo c’è la sfida della difesa, ma il dossier commerciale sarà impossibile da ignorare.