Donald Trump a rischio impeachment, dopo le condanne di Cohen e Manafort
E’ la giornata peggiore per Donald Trump da quando è iniziata l’inchiesta sul Russiagate. La prospettiva dell’impeachment, sembra infatti più vicina dopo la condanna dell’ex direttore della sua campagna elettorale Paul Manafort e l’ammissione di colpevolezza del suo ex avvocato personale Michael Cohen.
L’ex avvocato di Trump si è infatti dichiarato colpevole di 8 capi d’accusa, fra cui l’aver pagato (in piena campagna elettorale) il silenzio di 2 donne che avrebbero avuto rapporti sessuali con il tycoon.
“Ho pagato il silenzio di due donne, Trump sapeva”, ha spiegato Cohen al giudice, sottolineando di avere comprato, “su richiesta e in coordinamento” con Trump, il silenzio di due donne che sostenevano di avere avuto relazioni con il futuro presidente, versando 130mila dollari a una e 150mila dollari a un’altra. I pagamenti, ha aggiunto, avevano “lo scopo di influenzare le elezioni”.
Cohen non ha fatto i nomi delle due donne, ma i pagamenti corrispondono a quelli effettuati alla pornostar Stormy Daniels e all’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal. L’ammissione dell’ex legale di Trump è giudicata “esplosiva” da molti commentatori americani, in quanto suggerisce che il presidente potrebbe aver commesso un crimine. Cohen dopo l’accordo con la procura newyorkese potrebbe andare incontro ad una pena dai quattro ai cinque anni e tre mesi di prigione. Il giudice ha stabilito che la sentenza sarà emessa il 12 dicembre e ha fissato una cauzione di 500mila dollari.
Quasi in contemporanea, l’ex manager della campagna elettorale Paul Manafort è stato giudicato colpevole per 8 capi di imputazione, di cui 5 per frode fiscale. Sebbene la sentenza contro di lui non chiama in causa direttamente Trump, essa dà comunque un rinnovato slancio all’inchiesta sul cosiddetto Russiagate condotta dal procuratore speciale Robert Mueller.
A stretto giro è arrivato il commento di Donald Trump: “Sentenza Manafort? Non mi coinvolge”e “non ha assolutamente nulla a che fare” con le ingerenze russe nella campagna presidenziale. Ma, notano dal Washington Post, “in molti sensi questo processo era tutto incentrato sulle collusioni russe”. Il presidente ha anche parlato anche di un clima da “caccia alle streghe” nei confronti di Manafort e forse anche per far dimenticare la bufera che rischia di trascinarlo verso l’impeachment è tornato a minacciare dazi del 25% contro l’industria automobilistica europea.