Donald Trump, appello all’unità. Ma sui migranti non molla
Discorso sullo stato dellʼUnione da parte di Donald Trump che chiama allʼunità ma sul muro con il Messico rilancia “si va avanti”. “Farò costruire il muro col Messico” è la promessa del presidente: “oggi – ha spiegato – vi chiedo di difendere la nostra frontiera meridionale che è molto pericolosa come un atto d’amore e devozione nei confronti dei nostri cittadini e del nostro Paese. Le città messicane, per rimuovere l’immigrazione illegale dalle loro comunità, stanno inviando bus per portarli nel nostro Paese, in zone dove non c’è protezione. Siamo di fronte – ha continuato – a un’emergenza nazionale”.
Il muro, secondo Donald Trump, sarà “di acciaio intelligente, strategico e che consente di vedere dall’altra parte”, non un semplice muro di cemento. Momenti di tensione proprio quando il presidente ha affrontato il tema dellʼimmigrazione: parlamentari in bianco contro la violenza di genere. Il tycoon ha poi confermato la volontà di un ritiro delle truppe da Siria e Afghanistan e ha annunciato un secondo incontro con Kim Jong-un per il 27 e il 28 febbraio, in Vietnam. “Se non fossi stato eletto presidente degli Stati Uniti oggi saremmo in guerra con la Corea del Nord, con il rischio di milioni di persone uccise” ha detto.
Cavallo di battaglia del suo discorso è stato l’apppello all’unità nazionale: “Abbiamo un potenziale illimitato, voglio lavorare con il nuovo Congresso. Dobbiamo governare non come due partiti ma come un solo Paese”. “Basta con guerre stupide – ha aggiunto Trump – e indagini ridicole e di parte. Solo queste cose possono fermare l’economia americana. Dobbiamo essere uniti in casa per sconfiggere i nemici all’estero”.