Draghi al vertice Ue: “Europei ingannati da alcune case farmaceutiche”. Gli Usa tendono la mano a Bruxelles
La sensazione dei cittadini europei è quella di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche. Ed è per questo che non si può “restare inermi” di fronte a violazioni contrattuali che, tra l’altro, “mettono a serio rischio la campagna vaccinale” dell’Europa. E’ la posizione espressa da Mario Draghi di fronte ai leader europei riuniti al tavolo del Consiglio Ue incentrato principalmente sulla risposta Ue al Covid e sulla questione dello stop all’export, primo fronte di battaglia, ribadito anche dal presidente del Consiglio.
Un summit, presieduto da Charles Michel, denso di significato, in un momento delicato per tutta l’Unione piegata dalla terza ondata della pandemia, delusa dai tagli e dai ritardi di AstraZeneca, ma determinata ad “intensificare gli sforzi” per centrare l’obiettivo del 70% di immunizzazioni entro fine estate.
Mario Draghi, durante il suo intervento, ha mostrato il suo “pieno sostegno” alla proposta della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen di rafforzare il meccanismo europeo sulle esportazioni di vaccini. Un occhio poi al futuro e alle basi per la ripartenza. Il premier ha quindi sottolineato la necessità di costruire da subito una politica fiscale comune che eviti di fare errori nella ripresa post pandemia. Draghi ha poi pienamente condiviso la proposta di Bruxelles di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all’esecuzione del progetto.
Altro punto su cui lavora il capo del governo è quello della costruzione di un asse, proprio sui vaccini, con gli Stati Uniti che intanto si dicono determinati a rivitalizzare l’alleanza con il Vecchio Continente e pronti a lavorare insieme sul fronte della distribuzione globale di sieri anti-Covid “efficaci e sicuri”. Il leader della Casa Bianca Joe Biden, nel suo breve collegamento alla videoconferenza dei leader – una mezz’ora in tutto – ha infatti parlato del rilancio delle relazioni transatlantiche, di lotta ai cambiamenti climatici e della collaborazione sui sieri, tendendo la mano a Bruxelles. Un segnale molto importante, con un totale cambio di passo rispetto all’epoca di Donald Trump.