E’ caos in Bangladesh: la premier Sheik Hasina si dimette e lascia il Paese
Ancora altissima la tensione in Bangladesh: migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto il palazzo della premier nella capitale Dacca pochi minuti dopo che Sheikh Hasina aveva lasciato la residenza insieme alla sorella “per un luogo sicuro”. La premier si è poi dimessa e ha lasciato il Paese. Il capo dell’esercito del Bangladesh, il generale Waker-Uz-Zaman, parlando alla nazione, ha annunciato la formazione di un governo ad interim. “È arrivato il momento della manifestazione finale” ha detto Mohamud, uno dei leader della protesta che da un mese vede violenti scontri tra oppositori del governo e forze dell’ordine.
La premier ha lasciato velocemente il Paese ed è arrivata in India. Secondo l’emittente Cnn-News 18, l’elicottero militare con a bordo l’ex premier è atterrato ad Agartala, nel nordest del Paese, per poi proseguire alla volta di Londra. I media indiani, tra cui il Times of India, hanno annunciato l’allerta massima emessa dalle autorità indiane lungo il confine con il Bangladesh e la sospensione di tutti i servizi ferroviari che collegano l’India con il Paese in rivolta.
Il Paese da settimane è attraversato da violenti disordini, con i manifestanti che contestano il governo e le forze dell’ordine. Nelle violenze che si sono susseguite a Dacca e in molte altre città del Paese, si registrano almeno 300 vittime e molti feriti. Sono i numeri emersi da un conteggio dell’agenzia di stampa Afp basato sui rapporti della polizia, dei funzionari e dei medici degli ospedali. In particolare a Dacca i manifestanti hanno dato fuoco al Bangabandhu Memorial Museum, l’ ex dimora della famiglia Hasina che ora ospita il museo commemorativo di Mujibur Rahman, il primo presidente del Paese e padre della premier dimissionaria. Presa d’assalto anche la residenza del presidente della Corte Suprema, nonché due importanti uffici del partito al potere, la Lega Awami.
I motivi della protesta. Tutto è partito con delle pacifiche richieste da parte degli studenti universitari per avere un maggiore accesso ai posti di lavoro nella pubblica amministrazione. Attualmente infatti, gran parte delle cariche pubbliche sono appannaggio esclusivo dei veterani della guerra di indipendenza di oltre mezzo secolo fa. Tuttavia il governo si è dimostrato sordo a queste richieste. La premier Hasina ha bollato i promotori delle proteste come terroristi destabilizzatori e il governo ha decretato un drastico coprifuoco. Quindi dopo le prime fasi, il movimento si è allargato ad altre fasce sociale e si è passati a contestare l’intera attività del governo. Ad oggi nel Paese circa 18 milioni di giovani, secondo le stime diffuse dalla BBC, sono senza lavoro e fra i laureati il tasso di disoccupazione è particolarmente elevato.