Elezioni in Francia, la destra avanza. La Le Pen e il suo RN puntano alla maggioranza assoluta
La destra avanza in Francia. La scelta di Macron di tornare al voto dopo la debacle alle Europee non ha pagato. Il Rassemblement National di Marine Le Pen, guidata dal giovane Jordan Bardella continua a crescere e al primo turno delle legislative segna il 33,1%. La maggioranza macroniana si ferma al 20,04%, bene la sinistra unita al 28%. Boom dell’affluenza, stimata intorno al 65%. “Sarò il premier di tutti”, esulta il delfino della Le Pen, Jordan Bardella, ma il presidente Emmanuel Macron chiama “all’unione repubblicana contro la destra” e Mélenchon ci sta.
Come funziona il voto in Francia. Quello francese è un sistema a due turni, che mira a garantire che gli eletti abbiano un forte sostegno, riducendo la frammentazione politica e promuovendo la stabilità governativa. Il secondo turno è previsto per il 7 luglio. Il numero magico per conquistare la maggioranza assoluta è il 289. Tanti sono i seggi da conquistare all’Assemblea Nazionale, la camera bassa del Parlamento francese. La Costituzione stabilisce che sia 577 il numero massimo di deputati: 558 per i dipartimenti, 8 per la Nuova Caledonia e i territori d’Oltremare e 11 per i francesi all’estero. Insomma le sorti della Francia dipendono tutte da una delicatissima partita a scacchi tra le varie forze politiche.
Le scelte di Macron. La governabilità ha cominciato a scricchiolare con il passaggio dal primo mandato di Macron (2017-2022), nel quale il governo aveva la maggioranza assoluta (350 seggi su 577), al secondo, si è dovuto accontentare per i primi 2 anni di 250 seggi. Scegliendo di sciogliere il Parlamento, Macron si è assunto la responsabilità di avere ancora meno seggi, visto che tutte le previsioni elettorali davano in forte calo la maggioranza uscente.
Le reazioni. Dopo i risultati il presidente Emmanuel Macron ha lanciato l’appello all’unità: “Davanti al Rassemblement National, è arrivato il momento di un’ampia unione chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno”.
Jean-Luc Mélenchon, da sinistra, ha assicurato: “Neppure un voto andrà al RN, ovunque saremo terzi ritireremo il nostro candidato”, indicando dunque ai suoi sostenitori di votare per l’avversario locale di RN, nella fattispecie la maggioranza macroniana.
Sulla stessa lunghezza d’onda Raphael Glucksmann. Il leader di ‘Place Publique’ è tra i principali esponenti della coalizione ‘Nuovo Fronte Popolare’ e che con lui è arrivato al terzo posto nelle Europee. Glucksmann ha lanciato il grido d’allarme: “Abbiamo 7 giorni per evitare una catastrofe in Francia”.
Marine Le Pen esulta: “Miei cari compatrioti, la democrazia ha parlato e il popolo francese ha messo il national rally e i suoi alleati in testa e ha praticamente spazzato via il blocco macronista. Innanzitutto, come leader politico, mi rallegro di un’affluenza così alta, che dà particolare forza ai risultati di stasera. con un voto inequivocabile, il popolo francese ha dimostrato di voler voltare pagina dopo sette anni di potere sprezzante e corrosivo. Ringraziamo calorosamente gli elettori e accogliamo con favore questo risultato. Questo primo passo verso la scelta di un’alternativa è un segno di fiducia che ci onora”.
Jordan Bardella: “L’esito del voto rappresenta un verdetto senza appello, un’aspirazione chiara dei francesi al cambiamento”. Per il candidato premier di RN, “l’alternanza è a portata di mano”, c’è una “speranza senza precedenti in tutto il Paese”. Il voto di domenica, sottolinea, sarà uno “dei più determinanti di tutta la storia della Quinta Repubblica”.