Erdogan: “LʼUe deve mantenere le promesse sullʼingresso turco”
Nel giorno del suo arrivo in Italia per incontrare Papa Francesco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il premier Paolo Gentiloni, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan parla con il direttore della ‘Stampa’ in un’intervista in prima pagina: “La Ue deve fare la sua parte, a cominciare dalle promesse sull’adesione turca all’Unione; lo status quo di Gerusalemme va preservato; Ankara è pronta cooperare con l’Italia sulla Libia”. E ancora: “L’adesione della Turchia alla Ue non può essere sacrificata a calcoli di politica interna e Gerusalemme non è una questione solo dei musulmani”.
Secondo il leader turco, che annuncia che ne parlerà con il pontefice, lo status delle città di Gerusalemme “deve essere preservato, sulla base delle risoluzioni Onu, assicurando a musulmani, cristiani ed ebrei di vivere in pace, fianco a fianco”. “E – rimarca – l’unica via è la soluzione dei due Stati”.
Erdogan parla anche del recente intervento turco nella provincia siriana di Afrin: “Combattiamo solo i terroristi. Ed abbiamo il diritto di farlo” e assicura che Ankara contribuirà all’integrità territoriale della Siria. Quanto alla Libia poi sottolinea che “la Turchia sostiene con vigore l’integrità del territorio libico e la sua unione politica”, ricorda poi che Roma ed Ankara hanno rilanciato le attività delle loro ambasciate a Tripoli e annuncia che presto sarà operativo un gruppo di lavoro congiunto. Sulle annunciate proteste contro di lui, “non mi rivolgo a chi sostiene il terrorismo, ma a chi lo combatte”, è la replica del presidente turco.
L’unico momento in cui tradisce emozione è quando parla della sua fede nell’Islam: “Per me è tutto, qualsiasi cosa mi ordina è la mia priorità”.
Erdogan, alla guida della Turchia dal 2003, presidente dal 2014 e sopravvissuto al colpo di Stato del 15 luglio 2016 con i poteri rafforzati dal referendum dello scorso anno, ha domato i nemici interni, braccato quelli esterni, spinto in avanti le truppe in Siria e perseguito la creazione di una propria sfera d’influenza in Medio Oriente.