Francia, scontri a Parigi per la riforma delle pensioni. Ma Macron tira dritto
Ancora proteste in Francia contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron. E questa volta, al decimo giorno di mobilitazione, ci sono stati anche degli scontri. Centinaia di migliaia i manifestanti scesi per le strade in tutto il Paese. Secondo il sindacato locale, 740mila persone avrebbero protestato. Dati comunque in calo rispetto alla mobilitazione di giovedì scorso in cui i sindacati avevano contato 3,5 milioni di partecipanti.
Cassonetti in fiamme. Che si arrivasse a una protesta violenta era chiaro. Anche perché il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, aveva schierato 13mila agenti di cui quasi la metà nella sola Parigi; un record dall’inizio delle mobilitazioni. Qualcosa, dunque, era atteso. E così è stato. Proprio a Parigi alcuni cassonetti sono stati dati alla fiamme in boulevard Voltaire, mentre un gruppo di facinorosi ha assaltato e saccheggiato i magazzini Leclerc. La polizia è intervenuta e ha fermato almeno 27 persone. Risultano anche 2 feriti. Tensioni anche a Nantes, dove i manifestanti hanno lanciato oggetti contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni.
Chiusa la Tour Eiffel. L’ondata di proteste è stata segnata anche da uno sciopero generale che ha coinvolto i dipendenti pubblici e, di conseguenza, i monumenti più noti. La Tour Eiffel, simbolo di Parigi, è rimasta chiusa ai visitatori. Così come aveva fatto il Museo del Louvre appena il giorno prima. Bloccati gli accessi anche all’Arco di Trionfo e alla Reggia di Versailles.
Tornano i netturbini. Respira, invece, la Parigi invasa dai rifiuti dopo lo sciopero dei netturbini che va avanti dal 6 marzo. Oggi la categoria torna a occuparsi delle strade della città e riprenderanno a funzionare gli inceneritori. La situazione, comunque, è ancora lontana dalla normalità. E nonostante le proteste e scontri Macron sembra non intenzionato a fare un passo indietro continuando a difendere la sua riforma.