G7, guerra sulla Striscia di Gaza: “Sì al diritto di difendersi, ma secondo le norme internazionali”
I ministri degli Esteri del G7 da Tokio sottolineano “il diritto di Israele a difendersi”, ma “in conformità con il diritto internazionale”. Si dichiarano inoltre “uniti” nella loro determinazione a continuare a fornire “forte sostegno” all’Ucraina e condannano l’intervento di Pyongyang a a favore della Russia.
Nella dichiarazione congiunta dopo la riunione si rinnova la richiesta del “rilascio immediato di tutti gli ostaggi da parte di Hamas senza precondizioni”.
Nella loro dichiarazione finale, i ministri degli Esteri dicono di essere “più uniti che mai nel perseguimento della pace internazionale, della sicurezza, della prosperità” e ribadiscono la loro “forte opposizione a qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status pacificamente stabilito dei territori con la forza o la coercizione in qualsiasi parte del mondo. Tali tentativi minano lo stato di diritto, che protegge tutte le nazioni, soprattutto quelle vulnerabili, così come la sicurezza globale e la dignità umana”.
I membri del G7 “stanno lavorando – secondo quanto si legge nel documento – per evitare che il conflitto in Medioriente si inasprisca e si diffonda. Stiamo anche lavorando insieme, anche imponendo sanzioni o altre misure, per negare ad Hamas la capacità di raccogliere e utilizzare fondi per compiere atrocità”.
Sul diritto a difendersi di Israele, i ministri condannano “inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas e altri in tutto Israele iniziati il 7 ottobre 2023, nonché gli attacchi missilistici in corso contro Israele” ma sottolineano l’importanza che Tel Aviv agisca “in conformità con il diritto internazionale nel tentativo di prevenire che ciò si ripeta” e tornano a chiedere “il rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza precondizioni”.
Nella dichiarazione finale si ribadisce “la necessità di un’azione urgente per affrontare il deterioramento della crisi umanitaria a Gaza. Tutte le parti devono consentire il libero sostegno umanitario ai civili, compresi cibo, acqua, assistenza medica, carburante e alloggio e l’accesso agli operatori umanitari”.