G7: no a operazione di Israele a Rafah, sanzioni all’Iran e sostegno a Kiev

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Cala il sipario sulla ministeriale del G7 a Capri. I ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Uniti e Stati Uniti, insieme all’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, hanno “registrato grande unità di intenti e convergenza sulle più importanti questioni internazionali, dal Medio oriente al Mar rosso alla situazione in Ucraina e l’Indopacifico”, ha detto Antonio Tajani nella conferenza al termine del vertice.

 

Nel comunicato finale la guerra in Medio-Oriente e l’appello a prevenire un’ulteriore escalation. Si sottolinea, inoltre, “l’opposizione ad un’operazione militare su vasta scala a Rafah, che avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”. “Il nostro obiettivo – ha ribadito Tajani –  è quello di avere due stati e due popoli”.

Anche l’attacco all’Iran attribuito a Israele di oggi  è stato al centro dell’apertura dell’ultima giornata del vertice. I ministri degli Esteri hanno ribadito l’invito a Tel Aviv e a Teheran di non accedere alle reazioni. Poi, il messaggio all’Iran: «Chiediamo che Teheran e i suoi gruppi affiliati cessino i loro attacchi. Siamo pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure,  in risposta a ulteriori iniziative destabilizzanti”. Mentre in un passaggio dedicato all’Ucraina, i Sette hanno ribadito che “se l’Iran dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia, siamo pronti a rispondere in modo rapido e coordinato, anche con nuove e significative misure”.

E al termine del G7 di Capri il segretario di Stato americano Antony Blinken, in conferenza stampa, invia un messaggio al presidente russo: “Putin crede che noi perderemo la pazienza e abbandoneremo l’Ucraina, ma non succederà. Siamo pronti a mantenere gli impegni presi”.