GB e Usa per il sì a Kiev delle armi a lungo raggio, ma Putin avverte la Nato: “sarà guerra”

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Putin (archivio)

Il conflitto russo-ucraino al centro di un colloquio tra il premier britannico Keir Starmer e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Entrambi i Paesi- come ha dichiarato la Casa Bianca – hanno ribadito il sostegno all’Ucraina che continua a difendersi contro l’aggressione della Russia”. I due leader hanno inoltre “espresso profonda preoccupazione” sulla fornitura di armi letali alla Russia da parte di Iran e Corea del Nord, e per il sostegno della Cina alla base industriale russa.

L’equilibrio però è delicato. Se da un lato il presidente Zelensky non trattiene la sua frustrazione per i limiti impostigli per l’uso delle armi a lungo raggio, dall’altro il russo Vladimir Putin minaccia di nuovo la Nato: “sarà guerra se l’Ucraina usa i missili a lungo raggio”.

La minaccia di Putin.
Secondo Putin “non stiamo parlando di dare o meno agli ucraini il permesso di colpire il territorio russo. Gli ucraini lo fanno già con droni e altre armi. Qui si tratta dell’impiego di armi ad alta precisione di produzione occidentale. Il che è completamente diverso. Come qualsiasi esperto può confermare, l’esercito ucraino non è in grado di utilizzare quelle armi senza i dati di intelligence provenienti dai satelliti di cui l’Ucraina non dispone. I satelliti sono dell’Unione europea o degli Stati Uniti e solo soldati della Nato possono elaborarli per i missili. Ciò significa, ed è il punto fondamentale, che si sta decidendo della partecipazione diretta di soldati Nato al conflitto. Se accadesse Stati Uniti e Paesi europei sarebbero in guerra con la Russia”. La preoccupazione di un’escalation è stata una delle ragioni per cui non c’è stato un annuncio e la decisione non è stata ancora presa, scontentando di fatto Kiev, che si attendeva molto dall’incontro.

Sanzioni a Teheran. Intanto Regno Unito e Stati Uniti hanno deciso di infliggere nuove restrizioni all’Iran formalmente accusato dai due Paesi di fornire missili balistici alla Russia. Nel frattempo David Lammy ed Antony Blinken hanno annunciato un ulteriore sostegno finanziario per l’Ucraina, compreso un pacchetto di 600 milioni di sterline da parte del Regno Unito e di 717 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per sopperire alle esigenze umanitarie, energetiche e di stabilizzazione immediate. Starmer: “le prossime settimane e i prossimi mesi saranno “cruciali per l’Ucraina”. Per il premier Britannico è “importante” che i due Paesi continuino a sostenere la nazione dell’Europa orientale nella sua lotta contro la Russia.

Resta il ‘No’ dell’Italia all’utilizzo di armi italiane contro la Russia. A rimarcare la posizione del nostro Paese è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “L’Italia non ha autorizzato l’uso di materiale militare italiano fuori dall’Ucraina. Non siamo in guerra con la federazione russa, anche se difendiamo il diritto dell’Ucraina ad essere un Paese indipendente. Difendiamo il diritto internazionale e per questo siamo senza se e senza ma, da parte dell’Ucraina”.