Gentiloni a Davos: economia italiana in crescita e la Merkel dice NO al protezionismo
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Davos citando gli effetti del jobs act e delle riforme sottolinea: “Un anno fa il Fondo monetario internazionale dava la crescita italiana a un magro 0,7% per il 2017, poi è stata dell’1,6%”. Il premier ha poi aggiunto che “c’è ancora molta strada da fare ma queste sono le nostre riforme” e che “questi sforzi devono continuare: l’Eurozona e l’Italia hanno davanti a sé anni migliori”.
Alle prossime elezioni in Italia Gentiloni in un’intervista alla Cnbc, auspica una vittoria del centro sinistra: “Dobbiamo essere molto attenti con queste elezioni a non interrompere il processo di riforme che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni con lo sforzo dei lavoratori e delle imprese italiane. Sarebbe molto grave”, ha proseguito Gentiloni sottolineando che “siamo sulla strada giusta, visto che l’economia è tornata a crescere, ma come tutti sappiamo il fatto che abbiamo numeri di crescita positivi non comporta automaticamente che abbiamo risolto tutti i nostri problemi sociali e politici”.
Da Davos, è però arrivato anche il duro intervento della cancelliera tedesca Angela Merkel contro il protezionismo: “100 anni dopo la catastrofe della Grande Guerra, dobbiamo chiederci se abbiamo davvero imparato la lezione della storia, e a me pare di no”, ha detto riferendosi indirettamente all’amministrazione Trump e alla sua nuova strategia isolazionista. “Il protezionismo non è la risposta giusta – ha precisato Angela Merkel -. Dobbiamo trovare risposte multilaterali, non seguire un percorso unilaterale che porta all’isolamento”.
La cancelliera tedesca ha sottolineato come l’Ue “sia sotto pressione da parte delle grandi società statunitensi che accedono a un’enorme mole di dati. Chi controlla questi dati? Gli europei non hanno ancora deciso come gestire questo problema, il pericolo è che ci muoviamo troppo tardi”.
Nel suo intervento, la Merkel ha speso parole di apprezzamento per l’inizio di un percorso di cooperazione europeo legato alla difesa, rimarcando inoltre che occorre “rafforzare l’eurozona”. Ha inoltre riconosciuto “il nuovo impulso” dato al discorso europeo dall’elezione del presidente francese Emmanuel Macron, “dobbiamo prenderci più responsabilità, dobbiamo prendere il futuro nelle nostre mani”.
Ritornando all’accusa di protezionismo, “gli Stati Uniti” aveva detto precedentemente il Segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, sono “assolutamente” favorevoli al libero mercato. L’affermazione di Mnuchin arriva dopo che il Presidente Donald Trump ha imposto dazi all’import di pannelli solari e lavatrici dall’estero due giorni fa. Il segretario al commercio americano Wilbur Ross ha affermato invece che esiste la possibilità di “ritorsioni” da parte della Cina in seguito all’introduzione dei dazi, spiegando che le guerre commerciali sono “combattute ogni singolo giorno” e che ogni giorno qualcuno cerca di violare le regole e ottenere vantaggi.
Ieri il premier indiano Narendra Modi, in un discorso a difesa dell’apertura agli scambi contro la tentazione di “chiudersi in se stessi”, aveva sostenuto che il protezionismo e la tentazione di riportare indietro le lancette dell’orologio sul tema della globalizzazione rappresentano “una minaccia non meno preoccupante del cambiamento climatico e del terrorismo”.