Golpe in Niger: rientrati in Italia 39 connazionali. La Nigeria taglia l’elettricità
Resta alta la tensione in Niger dopo il colpo di Stato che la settimana scorsa ha deposto il presidente filo-occidentale, eletto democraticamente, Mohamed Bazoum. Il Paese è ora sotto il controllo di una giunta militare, guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale che ha riaperto gli spazi aerei per consentire le evacuazioni.
L’Italia ne ha approfittato per evacuare 39 connazionali, aiutando anche diversi stranieri a lasciare il Paese. “Questa cooperazione semplice e pragmatica in tempi di crisi mostra ciò che l’Europa può ottenere in politica estera e di sicurezza quando lavoriamo insieme”, ha detto la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock. Secondo il quotidiano ‘Politico’, anche gli Stati Uniti stanno preparando l’evacuazione del personale dell’Ambasciata americana a Niamey
Dietro al golpe si muovono ora interessi contrastanti e una situazione potenzialmente esplosiva. Se da un lato la Russia ‘ufficialmente’ rivolge un appello al dialogo e ai negoziati affermando che ”non si può più consentire un ulteriore peggioramento della situazione” e che ”la minaccia dell’uso della forza contro il Niger non contribuirà alla risoluzione del conflitto”, dall’altra Paesi confinanti e filo-russi come Mali e Burkina Faso ci tengono a precisare che qualsiasi intervento militare esterno in Niger, sarà considerato coma una dichiarazione di guerra anche nei loro confronti. Il riferimento è alle minacce di intervento della Francia.
L’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale tentenna, in bilico tra sanzioni e intervento militare che del resto ha già paventato in caso di mancato rispetto dell’ultimatum che punta a ripristinare l’ordine costituzionale. Nel frattempo una delegazione della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale si è recata in Niger “per negoziare” con i golpisti. Ai colloqui non partecipano oltre al Niger, Burkina Faso, Guinea, Mali e Guinea Bissau.
L’Italia è ‘diplomatica’. Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani non si sbilancia: “La situazione può cambiare da un momento all’altro, la nostra priorità è tutelare gli italiani”, ma “va esclusa qualsiasi iniziativa militare occidentale perché sarebbe percepita come una nuova colonizzazione”.
Macron se ne va in vacanza. La coppia presidenziale si è ritirata al forte di Bregancon, nel Sud della Francia, sulle rive del Mediterraneo, ma il presidente francese è completamente assorbito dal golpe in Niger. Un anno dopo aver dovuto subire l’umiliazione della ritirata dal Mali, proprio il Niger era stato scelto come base di ripiego per i militari francesi cacciati dai nuovi padroni filo-russi a Bamako.
La Nigeria lascia il Niger al buio. Abuja ha tagliato la fornitura di elettricità al Niger, in linea con le sanzioni decise dai paesi vicini dell’Africa occidentale dopo il Colpo di Stato militare. Un duro colpo per il Paese che dipende per il 70% delle sue forniture energetiche dalla Nigeria.