Guerra Russia-Ucraina, ricominciati i negoziati: sul tavolo corridoi umanitari. Accordo Ue su direttiva per profughi
Si è aperto con una stretta di mano tra le delegazioni il secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina che si svolge a Brest, in Bielorussia, al confine polacco. Kiev cercherà di ottenere la creazione di corridoi umanitari, un cessate il fuoco e il ritorno della situazione prima dell’inizio della cosiddetta ‘operazione speciale’. Tra le volontà di Mosca, invece, la demilitarizzazione lo status di neutralità dell’Ucraina.
Dopo la telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron e l’omologo russo Vladimir Putin, l’Eliseo fa sapere che “il peggio deve ancora venire” anche perché il “Cremlino vuole prendersi l’intero Paese”. E Volodymyr Zelensky avverte: “Se l’Ucraina cade la Russia si prenderà i Paesi Baltici e l’Europa orientale”. Secondo il presidente ucraino colloqui diretti con Putin costituiscono “l’unico modo per fermare la guerra”. La Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, chiede intanto il dislocamento di una missione di Peace-keeping sul territorio del Paese e lancia un appello alle Nazioni Unite per una mediazione che fermi la guerra.
Intanto, nonostante l’annuncio di Mosca di “pause delle ostilità per l’evacuazione dei civili”, continua senza sosta l’offensiva russa in Ucraina. Mentre a Kiev e Kharkiv continuano a piovere razzi, le forze russe si preparano allo sbarco imminente a Odessa, dove si segnala che un cargo, battente bandiera panamense, è stato colpito da due siluri affondando nel Mar Nero: i 6 membri dell’equipaggio sono stati messi in salvo dal servizio di ricerca e salvataggio marittimo ucraino. Secondo fonti dell’intelligence Usa, in Crimea ci sono già diverse navi in attesa dell’arrivo delle truppe di terra per lanciare l’attacco dal mare. Almeno 22 persone sono invece morte a Chernihiv, a nord di Kiev, dopo un attacco aereo russo che ha colpito due scuole ed edifici privati. Nelle mani di Mosca è caduta la prima grande città: Kherson.
Ed è stato raggiunto l’accordo Ue per l’applicazione della protezione temporanea “in caso di afflusso massiccio di sfollati”. Intesa che rischiava di slittare a causa delle resistenze di alcuni Paesi, in particolare la Polonia, contrari ad includere nella direttiva anche i cittadini non ucraini in fuga dal Paese in guerra. L’obiettivo è garantire agli ucraini in fuga di soggiornare nell’Ue per un periodo di un anno (rinnovabile a due). Secondo le stime dell’Unhcr, i profughi stanno lasciando l’Ucraina a un ritmo di centomila al giorno. Potrebbero fuggire dal Paese verso l’Europa tra i 3 e i 7 milioni di persone.