Hong Kong, il fronte pro-democrazia stravince le elezioni distrettuali
L’ondata pro democrazia schiaccia il fronte pro-Pechino alle elezioni distrettuali di Hong Kong conquistando quasi il 90% dei seggi, 396 sui 452 in palio, assestando un duro colpo alla governatrice Lam. Il fronte pro-establishment ha perso più di 240 seggi rispetto alla tornata elettorale del 2015. Un voto che può definirsi storico anche per il livello di partecipazione. Fin dal mattino davanti ai seggi si sono formate lunghe file ordinate. Alla fine il conto complessivo dell’affluenza supera il 70%, arrivando alla soglia del 71,2%, quasi tre milioni di persone, il dato più alto di qualsiasi elezione mai tenuta nell’ex colonia britannica.
Un completo rovesciamento rispetto al precedente rapporto di forza, ma soprattutto il segno dell’avversione per il modo in cui la governatrice filocinese Lam ha gestito il caos di questi mesi, ignorando le richieste dei cittadini e lasciando solo la polizia a rispondere. Nonostante le violenze dei manifestanti più aggressivi non piacciano a tutti, la maggioranza silenziosa di Hong Kong ritiene che la responsabilità sia del governo e di Pechino.
Il governo di Hong Kong ascolterà “certamente con umiltà le opinioni dei cittadini e rifletterà su di loro con serietà”. È l’impegno della governatrice Carrie Lam affidato a una nota, il primo commento dopo la pesantissima sconfitta del fronte pro-establishment. Il governo, ha assicura Lam, “rispetterà il risultato del voto”.
Ma Pechino ribadisce: “Hong Kong è parte integrante della Cina, a prescindere dal risultato elettorale”. Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. “Qualsiasi tentativo di danneggiare il livello di prosperità e stabilità della città – ha aggiunto – non avrà successo”.
In scia al risultato delle elezioni distrettuali, la Borsa di Hong Kong balza in avvio di seduta: l’indice Hang Seng guadagna nelle primissime battute 278,77 punti, salendo a quota 26.873,35, con un guadagno dell’1,05%.