Il Consiglio Ue riunito a Bruxelles. Polonia e Ungheria fanno muro sul tema immigrazione
Supporto all’Ucraina – soprattutto – ma anche migranti, Mes ed economia in generale. Sono i temi che il Consiglio europeo, riunito a Bruxelles, ha iniziato ad affrontare nella due giorni di incontri. Presente, in collegamento web, anche il presidente ucraino Zelensky, che ha sottolineato la volontà di Kiev di aderire all’Ue. Quando tutto sembrava procedere per il meglio però è arrivato il veto di Polonia e Ungheria che hanno fatto saltare la bozza delle conclusioni sul tema immigrazione. La premier Giorgia Meloni, in un punto stampa al suo arrivo, aveva espresso soddisfazione per il ruolo dell’Italia: “Per noi un’ottima base di partenza”.
Polonia e Ungheria fanno muro sui migranti. La prima notte a Bruxelles si è chiusa con un nulla di fatto dopo che Polonia e Ungheria hanno imposto il loro veto sulla questione migranti. In disaccordo con le conclusioni, Varsavia e Budapest hanno deciso di mettersi di traverso rimandando tutto alle prossime ore. E pensare che la premier Meloni si era presentata soddisfatta al punto stampa di Bruxelles. “I dodici miliardi in più annunciati da Ursula von der Leyen per la migrazione nell’ambito della revisione di bilancio sono un buon punto di partenza” ha detto, aggiungendo che è importante capire che per risolvere questo problema “abbiamo bisogno di soldi che non devono essere spesi solo a livello di sicurezza. Abbiamo bisogno di cooperazione”. Poi ha proseguito: “La discussione è aperta anche per il bilancio dei prossimi anni. Vedremo cosa diranno gli altri Paesi, ma “quello dei fondi per la migrazione e la cooperazione con i Paesi terzi è un punto strategico”.
Le conclusioni sull’Ucraina. Poi c’è stato il tema Ucraina, col Consiglio che ha già approvato le sue conclusioni. Nelle ultime bozze circolate era comparso un capitolo in cui si dichiarava che “l’Ue e i suoi Stati membri” sono “pronti a contribuire, insieme ai partner, ai futuri impegni di sicurezza nei confronti dell’Ucraina”. L’idea è “aiutare l’Ucraina a difendersi a lungo termine, a scoraggiare gli atti di aggressione e a resistere agli sforzi di destabilizzazione”. I 27 dovrebbero “prendere rapidamente in considerazione le modalità di tale contributo” garantendo che questi impegni “saranno assunti nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di tutti”.