Kazakistan, 164 morti e 8 mila arresti. Putin: “Non permetteremo le cosiddette rivoluzioni colorate”
In Kazakistan sono quasi 8mila le persone arrestate in quest’ultima settimana a causa degli scontri esplosi per l’aumento del prezzo del gas. Il governo nei giorni scorsi aveva preso delle misure per arginare le proteste imponendo un calmiere per sei mesi sul prezzo del Gpl, largamente usato nel Paese come carburante per le automobili.
La situazione ad Almaty, capitale dello Stato fino al 1997, si sta stabilizzando, anche se l’esercito ha schierato 13 posti di blocco per impedire ai militanti di fuggire dalla città dopo che le forze dell’ordine avevano preso il pieno controllo di tutte le rotte da e per la città.
Nel frattempo, il contingente di mantenimento della pace della CSTO (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva fondata da Stati dell’allora Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è aperta all’adesione di altri Stati) su richiesta del governo, sta sorvegliando le infrastrutture critiche del Paese. Le forze di pace rimarranno nel Paese fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata. Negli ultimi giorni si sono visti incendi, saccheggi di massa, uccisioni di agenti delle forze dell’ordine e almeno una decapitazione confermata di un agente di polizia. Il danno preliminare stimato ammonta a oltre 200 milioni di dollari e il bilancio delle vittime dei disordini ieri ha raggiunto quota 164.
Il presidente del Kazako ha definito i disordini nel Paese un “tentato colpo di Stato” e ha dichiarato che le forze di sicurezza non sparerebbero mai su manifestanti pacifici. “Militanti armati che aspettavano dietro le quinte si sono uniti alle proteste”, ha detto, sottolineando: “L’obiettivo principale era insidiare l’ordine costituzionale, distruggere le istituzioni governative e prendere il potere”.
Sulla situazione in Kazakistan è intervenuto il presidente russo russo Vladimir Putin parlando ad una sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza collettiva della CSTO. “L’attacco al Kazakistan è stato essenzialmente un atto di aggressione ed è stato necessario reagire senza indugio. Sono stati utilizzati gruppi di militanti ben organizzati e ben controllati, compresi quelli addestrati nei campi all’estero. Non permetteremo che la situazione venga scossa e non permetteremo lo scenario delle cosiddette rivoluzioni colorate“, ha detto Putin sottolineando che la questione “riguarda tutti noi”.
Putin ha ribadito che le forze di pace della CSTO rimarranno in Kazakistan per tutto il tempo necessario e solo dopo aver svolto le loro funzioni il contingente sarà ritirato dal Paese. “Un contingente di forze collettive di mantenimento della pace della CSTO è stato inviato in Kazakistan e, voglio sottolinearlo, per un periodo di tempo limitato, finché il presidente del Kazakistan, il capo di stato lo riterrà possibile”.