La Francia di Macron è nel caos: cade il governo Barnier

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Il fragile governo francese di Michel Barnier è al capolinea. Un esecutivo durato appena tre mesi; l’ennesima grande sconfitta del Presidente Emmanuel Macron. La mozione di sfiducia della sinistra, votata anche dall’estrema destra di Marine Le Pen, è, infatti, passata con una larga maggioranza in quella che è l’Assemblée Nationale. A livello storico, è la seconda volta che nella Quinta Repubblica un governo viene rovesciato da una mozione di sfiducia. Il precedente era del 1962 con Georges Pompidou alla guida dell’esecutivo.

Il primo ministro Michel Barnier si dimetterà ufficialmente giovedì 5 dicembre alle ore 10. Mentre, il capo dell’Eliseo, che intende nominare un successore il prima possibile, ha annunciato un suo discorso alla Nazione sempre per giovedì alle ore 20. Mathilde Panot, capogruppo dei deputati di La France Insoumise, ha commentato: “L’unico sovrano nella Repubblica è il popolo, che in qualsiasi momento può decidere che possiamo cambiare il corso della Storia. Il caos è Macron che ha metodicamente distrutto i servizi pubblici per sette anni. E’ arrivata la sfiducia popolare. L’intera politica di Macron è sconfitta, gli chiediamo di andarsene. L’unica soluzione è un’elezione presidenziale anticipata”.

Le parole della leader dell’estrema destra transalpina. Marine Le Pen dopo la caduta del governo Barnier ha detto: “Abbiamo scelto di proteggere i francesi, ma non la considero una vittoria”. La leader dei deputati del Rassemblement national, dopo l’approvazione della mozione di sfiducia, parlando a Tf1, ha ribadito il concetto principale: “La scelta che abbiamo fatto è quella di proteggere i francesi”.

Un disastro annunciato quello di Macron. La Francia è nel caos: un Paese senza governo, senza una direzione precisa da seguire e, soprattutto, senza una Manovra economica di fronte a un deficit pubblico da record. Tutto risale alla serata shock del 9 giugno scorso. Sconfitto sonoramente alle elezioni europee, vinte da Marine Le Pen, Macron sorprese tutti annunciando in diretta tv lo scioglimento dell’Assemblée Nationale. Disse di averlo fatto per chiedere la fiducia ai suoi cittadini per andare avanti. Tradotto: tirare a campare. Nessuno, però, approvò la sua scelta; tutti presero le distanze, consapevoli che nel suo secondo mandato, Macron non ha mai avuto la fiducia dei francesi.

Il caos si aggravò alla luce del frammentato voto per il rinnovo dell’Assemblea. Nonostante tutto, in una lettera ai suoi connazionali, Macron escluse di voler varare un governo di sinistra, rifiutando la candidatura di Lucie Castets, avanzata dal Nuovo Fronte Popolare, e proponendo invece di pescare il premier tra i moderati e il centrodestra. Emerse allora il Républicains Michel Barnier, una vecchia volpe della politica transalpina, che ottenne anche il sostegno del Rassemblement National della Le Pen. E da quel momento l’estrema destra non ha perso occasione di far valere tutto il suo potere sul governo. Fino alla resa dei conti di questi giorni. Game over.