Libia, Haftar chiude impianti e terminal di petrolio
Mossa a sopresa del generale Khalifa Haftar alla vigilia della conferenza di pace di Berlino, in cui si discuterà il futuro della Libia. L’uomo forte della Cirenaica ha ordinato di chiudere i pozzi petroliferi in tutta la “mezzaluna petrolifera” dell’Est che è sotto il suo controllo. Una mossa molto pericolosa per il governo di Tripoli e che rischia di complicare il negoziato con il premier libico Fayez al Sarraj.
La Compagnia petrolifera nazionale libica (Noc) ha dichiarato lo stato di “forza maggiore”, e quindi la loro chiusura, nei terminal petroliferi del golfo della Sirte. Lo riporta un post sulla pagina Facebook della Noc precisando che il Comando generale di Khalifa Haftar e le Guardie degli impianti petroliferi hanno dato istruzioni per “fermare le esportazioni di petrolio” da cinque porti tra cui Sidra e Ras Lanuf.
La missione Onu in Libia ha lanciato immediatamente un allarme al massimo livello: l’Unsmil “esprime profonda preoccupazione per gli attuali sforzi per interrompere o compromettere la produzione di petrolio in Libia. Questa mossa – si legge in un comunicato – avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico, che dipende dal libero flusso di petrolio per il suo benessere. Avrà anche terribili effetti a catena per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del paese”.
Oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha messo in guardia la comunità internazionale che se il “governo legittimo” di Tripoli, guidato da Serraj, dovesse cadere c’è il rischio di “creare terreno fertile per il terrorismo”.
Al Arabiya dà intanto notizia di consultazioni in corso tra Paesi arabi ed europei in merito al progetto di accordo della conferenza di Berlino. Conferenza che dovrebbe portare, secondo l’emittente panaraba, ad una bozza di accordo su sanzioni, lotta al terrorismo, stretta sulle armi e alla creazione di una forza di sicurezza militare unificata.