M.O.: più vicino il cessate il fuoco. Hamas accusa Netanyahu
Dopo il nulla di fatto di ieri, riprenderanno oggi al Cairo i colloqui per trovare una tregua nel conflitto in Medio Oriente. Lo ha assicurato un funzionario del movimento islamico palestinese Hamas, che ha anche aggiunto “Stiamo ancora parlando delle questioni principali, che sono il completo cessate il fuoco e il completo ritiro di Israele da Gaza. Speriamo di poter trovare delle risposte positive”. Il portavoce di Hamas Osama Hamdan ha puntato il dito contro Israele: “Purtroppo, Netanyahu ha dichiarato chiaramente che, indipendentemente dal cessate il fuoco, continuerà ad attaccare Rafah, il che significa che non ci sarà alcun cessate il fuoco. La nostra intenzione di raggiungere un cessate il fuoco significa che non ci saranno piu’ attacchi in nessuna parte di Gaza, compresa Rafah”.
L’ostracismo del primo ministro israeliano sarebbe confermato anche da altre informazioni in possesso di Hamas. Secondo una fonte della leadership dell’organizzazione “le nostre informazioni confermano che Netanyahu personalmente sta ostacolando il raggiungimento di un accordo per motivi personali. L’occupazione israeliana ostacola il raggiungimento di un accordo insistendo sulla continuazione della guerra. L’entità sionista cerca di stabilire un accordo quadro per recuperare i suoi prigionieri, senza collegare ciò alla fine dell’aggressione. Il nostro movimento non accetterà in alcun modo un accordo che non includa esplicitamente la fine della guerra a Gaza. Il nemico insiste per entrare a Rafah, invece di fermare l’aggressione e il ritiro totale”.
Secondo Israele, invece, ci sarebbe lo zampiono degli Stati Uniti che avrebbero garantito a Hamas, attraverso l’Egitto e il Qatar, ovvero i paesi mediatori, che “la guerra finirà dopo la prima fase di 40 giorni dell’accordo sugli ostaggi”. Secondo l’analista Ehud Ya’ari “gli americani si sono impegnati, sia che Israele dica sì sia che dica no, a fare in modo che il conflitto finisca dopo la prima fase” dell’intesa, durante la quale dovranno essere rilasciati 33 ostaggi vivi”. “Per Hamas”, ha affermato Ya’ari, “questa garanzia degli Usa vale più di qualsiasi commento israeliano”.