Medio Oriente, a Gaza sistema sanitario al collasso. Netanyahu: “O noi o i mostri di Hamas”
Nella Striscia di Gaza la sanità è al “collasso”. Lo denuncia il ministero della Sanità dell’enclave, secondo il quale almeno 35.091 palestinesi sono stati uccisi e 78.827 feriti negli attacchi israeliani nella Striscia dal 7 ottobre. Solo nelle ultime 24 ore sono state uccise 57 persone, 82 ferite. Proprio oggi – secondo quanto riporta al Jazeera – le forze israeliane hanno emesso un ordine di evacuazione per l’ospedale kuwaitiano di Rafah: i medici della struttura sanitaria temono che un attacco all’ospedale significherebbe un “crollo completo” del limitato sistema sanitario della città meridionale della Striscia. Al Jazeera rende noto, inoltre, che un dipendente palestinese dell’Oms è morto e un altro, straniero, è rimasto ferito in un raid israeliano nei pressi di Rafah.
Benyamin Netanyahu non arretra. “La nostra Guerra d’indipendenza non è ancora finita” afferma il premier israeliano nella cerimonia principale per il Giorno dei caduti (Yom HaZikaron) sul Monte Herzl a Gerusalemme. “O noi, Israele, o loro, i mostri di Hamas” ha aggiunto specificando che “la guerra a Gaza è una scelta tra la libertà e la prosperità contro la disperazione, l’assassinio, la violenza, lo stupro”. Quindi l’avvertimento: “Siamo determinati a vincere questa battaglia”.
Continuano intanto le proteste studentesche in Italia. Da ”all eyes on Rafah” a ”stop accordi” fino a ”Free Gaza”, ”stop genocide” sono oltre 30 le scritte pro Palestina comparse la notte scorsa sui muri interni dell’università ‘Sapienza’ di Roma. Inoltre, nelle serrature delle porte del rettorato e di altre aule è stato trovato del silicone. “Bernini, Piantedosi e la Crui uniti per il genocidio”. E’ invece l’accusa della rete degli Studenti uniti per la Palestina comparsa su un grande striscione calato in mattinata all’ingresso della galleria Vittoria a Napoli. Secondo i manifestanti, da giorni accampati con le tende nella sede di Lettere della Federico II, la ministra dell’Università, il suo collega dell’Interno e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, devono impegnarsi a rescindere subito gli accordi con le università israeliane.