Raid israeliani su Beirut e a Gaza. Mandato arresto Netanyahu: le reazioni della politica italiana

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Nuovi raid, nuove vittime. Sul Libano e sulla Striscia. Il bilancio dell’attacco aereo istaeliano della notte  nella parte centrale di Beirut è di almeno 16 morti. A riportarlo sono i media libanesi che parlano anche di 23 feriti. Secondo media locali l’obiettivo dell’attacco era il comandante militare supremo di Hezbollah, Muhammad Haydar. Non si sa se è stato colpito. Le vittime sono in particolare tra le macerie di un edificio di 8 piani colpito da cinque missili nel quartiere di Basta. La National News Agency, agenzia di stampa statale libanese, afferma che gli aerei da guerra israeliani hanno lasciato un cratere nel terreno. La difesa civile della Striscia di Gaza ha invece annunciato la morte di 19 persone, tra cui dei bambini, uccise durante attacchi notturni e sparatorie israeliane in diversi luoghi del territorio palestinese.

Intanto, durante la Conferenza della coalizione dei due Stati sul Medio Oriente a Cipro, l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ribadisce che la decisione della Cpi” di spiccare mandati d’arresto nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant “non ha nulla a che fare con l’antisemitismo e non è una decisione politica”. Lo spagnolo ha quindi ricordato che le “decisioni della Corte penale internazionale sono vincolanti per i Paesi Ue”. Dunque, sono tenuti a rispettarla. Il presidente turco Erdogan, in un discorso tenuto a Istanbul,  ha invece definito una “decisione coraggiosa” quella della Cpi aggiungendo: “Appoggiamo il mandato d’arresto” e invitando “tutti i Paesi che aderiscono all’accordo ad attuarla, al fine di rinnovare la fiducia dell’umanità nel sistema internazionale”.

Diversa la posizione dell’Italia col governo Meloni sempre più spaccato.  Solo su una cosa l’esecutivo pare però d’accordo: la Corte dell’Aja si è sbagliata. Perché “non è possibile” – dicono sia Tajani sia Crosetto – equiparare il premier democraticamente eletto di Israele a un capo terrorista, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, anche lui oggetto di un mandato.