Medio Oriente, scontro Biden – Netanyahu su accordo per la tregua. In Israele infuriano le proteste
Tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu la tensione è altissima. Il presidente americano ha attaccato ieri il premier israeliano accusandolo di “non fare abbastanza per trovare un accordo” per la fine della guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas. La risposta israeliana è stata immediata: “Le parole di Biden sono particolarmente pericolose. E’ sconcertante”.
Netanyahu è stretto tra le bordate del leader della Casa Bianca e le proteste nel suo Paese. Migliaia di manifestanti hanno bloccato ieri Tel Aviv per lo sciopero generale proclamato dopo il ritrovamento dei corpi dei 6 ostaggi uccisi, di cui Hamas ha pubblicato anche un video. I dimostranti hanno chiesto il rilascio dei rapiti e accusato il governo di agire contro la nazione.
A Gerusalemme – secondo quanto riporta il Times of Israel – i dimostranti sono stati affrontati con notevole violenza dalla polizia. Una decina le persone fermate. I manifestanti hanno suonato il clacson in tutto il quartiere di Rehavia e sulle strade vicine alla residenza di Benjamin Netanyahu, trasportando barelle e cartelli con i ritratti degli ostaggi, accendendo falò e scandendo lo slogan “Possa il loro ricordo essere una rivoluzione”.
In questo quadro già incandescente si inserisce Hamas che, in un perenne botta e risposta, attribuisce le responsabilità per lo stallo dei negoziati proprio a Netanyahu. E minaccia: “L’insistenza del premier israeliano sul rilascio dei prigionieri tramite la pressione militare, invece di concludere un accordo, significherà che verranno restituiti nelle bare alle loro famiglie” dice Abu Obeida, portavoce del braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam, citato dalla tv satellitare al-Jazeera. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà domani per discutere ufficialmente della situazione degli ostaggi detenuti a Gaza.