Medio Oriente tregua in bilico tra scambi di accuse. Egitto: “pronto un piano per la ricostruzione”

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Medio Oriente: la tregua torna in bilico. A tre settimane dall’inizio del cessate il fuoco il premier israeliano Netanyahu ha infatti minacciato il ritorno della guerra se sabato gli ostaggi non saranno rilasciati. Le autorità della Striscia dal canto loro hanno minacciato di interrompere la liberazione degli altri tre ostaggi dopo aver accusato Israele di non aver rispettato i termini dell’accordo, tra cui quello di non aver consentito l’ingresso a Gaza di un numero concordato di tende e di aiuti. Le minacce del presidente Donald Trump sulla liberazione degli ostaggi, fa inoltre sapere Hamas, “non fanno altro che complicare ulteriormente le cose”.

La Lega Araba boccia il piano di Trump. Spostare i palestinesi dai loro territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania è “inaccettabile”, tuona la Lega. “È inaccettabile per il mondo arabo che ha combattuto questa idea per 100 anni”, ha affermato il segretario generale Ahmed Aboul Gheit, al World Governments Summit di Dubai, quando gli è stato chiesto del piano di Donald Trump di spostare gli abitanti di Gaza.

No anche dalla Cina al piano di sfollamento dei palestinesi. Pechino ha ribadito la sua opposizione al “trasferimento forzato” degli abitanti di Gaza che, dice il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, “appartiene ai palestinesi ed è parte integrante del territorio palestinese”. “Siamo contrari al trasferimento forzato degli abitanti di Gaza”, ha sottolineato nel corso di una regolare conferenza stampa.

Pyongyang: “piano di Tramp ridicolo”. La Corea del Nord ha ‘bollato’ così la proposta del presidente americano di prendere il controllo di Gaza, trasferendo in altre aree i palestinesi, per dare vita a una “Riviera del Medio Oriente” e accusa Washington di estorsione. “Le scarse speranze di sicurezza e pace dei palestinesi sono state annientate dalla proposta”, ha rimarcato un commento rilanciato dall’agenzia di stampa statale Kcna, secondo cui “il mondo sta ora ribollendo come una pentola di porridge per la dichiarazione bomba degli Stati Uniti”.

Una flebile speranza arriva dall’Egitto. Da Il Cairo trapela la notizia di un nuovo piano, o meglio, di “una visione globale per la ricostruzione” della Striscia di Gaza che garantisca ai palestinesi il mantenimento delle loro terre. Lo afferma in un comunicato il ministero degli Esteri egiziano. L’Egitto “spera di cooperare” con l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump “per raggiungere una pace globale e giusta nella regione”.