Medio Oriente, Trump: “I palestinesi devono lasciare Gaza”. Critiche dall’Europa
Il presidente americano Donald Trump ha svelato, nell’incontro a Washington con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il piano straordinario con cui gli Stati Uniti potrebbero assumere il controllo della Striscia di Gaza, trasformando il territorio nella “Riviera del Medio Oriente”. Il tycoon ribadisce che “i palestinesi devono lasciare Gaza e andare a vivere in altri Paesi in pace. Dura la replica di Hamas: “Le dichiarazioni di Trump sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione”.
Secondo il Wall Street Journal, che ha citato due fonti dell’amministrazione americana, la proposta di Trump per Gaza è stata tenuta segreta all’interno di un circolo molto ristretto di persone a lui vicine. L’idea di prendere il controllo della Striscia e sfollare per sempre i palestinesi sarebbe nata di recente e gestita tramite assistenti e alleati negli ultimi giorni. Il Wsj aggiunge che i funzionari al di fuori della cerchia ristretta del presidente non ne erano a conoscenza tanto che questa proposta avrebbe lasciato di stucco anche i più accesi sostenitori di Trump nella comunità ebraica, uno dei quali avrebbe definito l’idea “folle” e messo in dubbio la sua realizzazione.
Le reazioni dei Paesi Ue. Sull’ipotesi di mettere la Striscia sotto il controllo Usa interviene anche il ministro degli Esteri britannico David Lammy: “I palestinesi devono poter vivere e prosperare a Gaza e in Cisgiordania”. Critiche al piano di Trump arrivano anche dalla Francia: “L’avvenire di Gaza passa per un futuro stato palestinese e non dal controllo di un paese terzo” si legge in una nota del Quai d’Orsay, secondo il quale Parigi ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l’Egitto e la Giordania, oltre che l’insieme della regione. Dall’Italia il ministro degli Esteri Antonio Tajani afferma:
“Nel corso della visita di domani in Israele incontrerò nuovamente il ministro Sa’ar per discutere del consolidamento del cessate il fuoco e del rilancio del processo politico verso la soluzione a due Stati”.