Medioriente: pioggia di razzi da Gaza su Israele, Hamas lancia l’operazione “Tempesta al-Aqsa”
E’ l’alba di una nuova guerra in Medioriente. Una pioggia di razzi lanciati da Hamas dalla Striscia di Gaza si è riversata dalle prime ore del mattino verso Israele, infiammando il sud e il centro del Paese – Tel Aviv e Gerusalemme comprese – mentre dall’enclave palestinese decine di miliziani armati di Hamas penetravano in territorio israeliano. E’ l’inizio dell’operazione ‘Tempesta al-Aqsa’. Così l’ha definita il capo dell’ala militare di Hamas Mohammad Dei. Risultato “della profanazione dei luoghi santi a Gerusalemme” e del costante rifiuto da parte di Israele di “liberare i nostri prigionieri”. “Una battaglia per la dignità di fronte ai “crimini” di Israele, stando alle parole del leader di Hamas Ismail Haniyeh. I razzi lanciati nella prima fase dell’operazione sono stati 5.000. Al momento si contano oltre 120 feriti. 35 israeliani, tra civili e militari, sono invece stati presi in ostaggio da Hamas dopo l’infiltrazione delle sue forze in Israele.
Israele ha dichiarato lo ‘stato di allerta di guerra’ e richiamato i riservisti mentre il premier Benyamin Netanyahu si appresta a presiedere una riunione urgente di sicurezza. “Hamas ha lanciato una guerra ed ha commesso un grave errore” ha tuonato il ministro della difesa Joav Gallant. A causa delle infiltrazioni di Hamas, l’esercito e la polizia hanno ordinato alla popolazione israeliana in prossimità della Striscia di restare al chiuso in casa. Nel frattempo sono state sospese tutte le proteste previste questa sera contro la riforma giudiziaria in ogni parte di Israele.
L’Unione Europea esprime la sua solidarietà con Israele “in questi momenti difficili”: lo scrive sui profili social il capo della diplomazia europea Josep Borrell. “Seguiamo con angosica le notizie provenienti da Israele – dichiara – condanniamo senza equivoci gli attacchi di Hamas. Questa orribile violenza deve cessare immediatamente. Il terrorismo e la violenza non risolvono nulla”. Condanna anche da parte di Berlino e Palazzo Chigi che “sostengono il diritto di Israele a difendersi”.